Genova – Maggiore attenzione al pericolo infezioni negli ospedali della Liguria. L’ha chiesta oggi l’assessore regionale alla Sanità, Claudio Montaldo, nel corso del seminario organizzato dall’Agenzia regionale sanitaria organizzato per oggi per oggi pomeriggio nella sede della Regione Liguria.
A preoccupare di più sono le cosiddette “infezioni correlate all’assistenza” ovvero quelle aggressioni batteriche che si sviluppano negli ospedali a carico di pazienti ricoverati. Un problema che va ad aggiungersi a quelli che il malato porta con sè al momento del ricovero.
Le infezioni rappresentano attualmente una priorità assoluta per la Sanità pubblica che ha visto aumentare il numero dei casi anche per via della crescente resistenza dei batteri agli antibiotici.
In Liguria l’assessore alla Sanità Claudio Montaldo ha creato una commissione di indagine ad hoc per il controllo di tutte le strutture ospedaliere e residenze anziane del territorio.
Con i loro operatori “devono affrontare il problema con grande impegno e responsabilità, a cominciare dall’uso dei guanti da parte degli operatori e dei medici, dal rispetto dei protocolli per gli interventi in sala operatoria fra un intervento e l’altro, all’isolamento dei pazienti colpiti da infezione”, ha detto l’assessore Montaldo durante il seminario.
In Italia si stima che Il numero di infezioni correlate a pratiche sanitarie sia compreso tra il 5 e l’8%; ogni anno si verificano circa 450-700 mila infezioni (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi) e nell’1% dei casi si stima che esse siano la causa diretta del decesso del paziente (dati Istituto Superiore di Sanità, 2009). Il 30% delle infezioni ospedaliere è potenzialmente evitabile con l’adozione di misure preventive efficaci.
La situazione è oggi particolarmente preoccupante, in quanto ulteriormente aggravata dal sempre più frequente isolamento di ceppi batterici resistenti agli antibiotici ad oggi disponibili. Il costante incremento della presenza di Enterobatteri resistenti ai carbapenemi (classe di antibiotici ad ampio spettro d’azione) suscita allarme a livello mondiale, in grado di mettere in crisi i sistemi sanitari e ciò in relazione alle severe implicazioni cliniche, di sanità pubblica ed economiche.
In particolare, si calcolano elevati tassi di mortalità, pari al 20-30% arrivando sino al 70% in particolari soggetti. Il nostro Paese nel contesto europeo si contraddistingue per un elevato tasso di infezioni invasive sostenute da Klebsiella pn. carbapenemi resistenti (34.7%): ciò colloca l’Italia al penultimo posto nella speciale graduatoria, alle spalle della Grecia.
Nel periodo Marzo 2013 – Gennaio 2015, in Liguria sono stati notificati 288 casi di batteriemie prevalentemente sostenute da Klebsiella Pneumoniae. I casi erano riferiti essenzialmente (39%) a soggetti ricoverati presso reparti di terapia intensiva.
Nel corso del seminario è stato fatto un aggiornamento sugli esiti dei lavori della Commissione tecnico-scientifica per la valutazione delle attività di gestione del rischio clinico presso l’IRCSS A.O.U San Martino- IST e nell’intera rete ospedaliera regionale. Lavori che comprendono sia la riorganizzazione delle attività di prevenzione e controllo delle infezioni ospedaliere , sia la stesura di un Protocollo regionale per la Gestione di Enterobacteriaceae resistenti ai carbapenemi nelle strutture sanitarie.