Più turisti in Italia ma spendono meno
Più turisti in Italia ma spendono meno

Milano – Aumenta il flusso di turisti stranieri in Italia ma si riducono le permanenze e la spesa pro capite. Sono i dati che emergono dall’analisi presentata da Confturismo-Confcommercio e che rivela che il turismo porta in Italia un introito economico ridotto di ben 14 miliardi di euro, pari ad un punto del Pil.
Una tendenza che è europea visto che anche altri Paesi a vocazione turistica come Spagna e Francia hanno fatto registrare dati analoghi.
Secondo Luca Patanè, presidente degli operatori turistici, l’Expo potrebbe costituire “una grande occasione per il rilancio, con un ritorno nel 2015 non solo per Milano ma anche per tutto il Paese e un effetto che deve durare anche nei prossimi anni”.
In cifre, spiega la ricerca, negli ultimi sei anni gli arrivi dei turisti stranieri in Italia sono aumentati di 8 milioni di unità, da 42 a 50 milioni nel 2014, con 184 milioni di pernottamenti e una spesa di 34 miliardi di euro.
In Spagna il numero degli arrivi è simile (50,8 milioni), ma la permanenza media è superiore (5,1 giorni contro 3,7) e la spesa sale a 49 miliardi (959 euro a testa contro 681).
In Francia gli arrivi sono inferiori rispetto all’Italia (46 milioni) ma i turisti spendono di più (42 miliardi).
All’appello mancano quindi secondo Confturimo 14 miliardi di euro di entrate valutarie, quasi un punto di Pil, che si avrebbero se riuscissimo a pareggiare le entrate della Spagna.
Occorre dunque puntare, si afferma, su tutte le tipologie di turismo che caratterizzano l’offerta italiana e sul potenziale di crescita del Mezzogiorno, che oggi attrae solo 6 milioni di turisti sui 50 che entrano in Italia (il 12%), mentre il 38,4% va nel Nord Est, il 28,7% nel Centro e il 20,9% nel Nord Est.
Confturismo propone dunque un rafforzamento dell’azione del Governo in maniera trasversale su tutti i piani che riguardano il turismo.
Un ipotetico Ministero del Turismo, si afferma, servirebbe solo se riuscisse a coordinare tutti questi aspetti (trasporti, credito, relazioni internazionali, fiscalità, lavoro). Bisogna poi puntare su una promozione forte e sinergica superando le divisioni fra i vari enti locali, reperendo risorse da destinare all’Agenzia nazionale Enit perché svolga questa attività.