Genova – Il provvedimento era stato annunciato e una presa di posizione forte da parte della Polizia di Stato era nell’aria. Non sorprende quindi la sospensione dell’agente Fabio Tortosa, che nei giorni scorsi ha sollevato un vespaio di polemiche con le sue frasi pubblicate su Facebook, dove si diceva pronto a rifare tutto da capo alla scuola Diaz, quando durante il G8 di Genova, la sera del 21 luglio 2001, le forze dell’ordine entrarono nell’istituto dove dormivano i manifestanti e vennero arrestate 93 persone e ferite 87.

“Questa mattina Tortosa verrà sospeso dal servizio – ha dichiarato stamane il capo della Polizia Alessandro Pansa – Oggi i Reparti Mobili, la polizia, sono un’altra cosa, sono diversi. La polizia è paladina della legalità. Se c’è qualcuno che sbaglia, sbaglia lui e verrà sanzionato”.

Ma non finisce qua. Perché Pansa firmerà oggi anche il provvedimento per sollevare dall’incarico il dirigente del Reparto Mobile di Cagliari Antonio Adornato che aveva messo un ‘like’ al post sul massacro della Diaz pubblicato da Tortosa sul social network.

“Io sono uno degli 80 del VII nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte”. Così scriveva giovedì scorso il poliziotto Fabio Tortosa sulla sua paginpoliziotto antisommossaa Facebook. Che poi in un altro messaggio aveva aggiunto: “Carlo Giuliani fa schifo anche ai vermi sottoterra”.

Un post che ha scatenato feroci polemiche e non solo, fino alla richiesta di scuse ufficiali da parte di Giuliano Giuliani, padre di Carlo. E le scuse, alla fine sono arrivate, ieri.

L’agente Fabio Tortosa, intervenendo a Sky TG24 Pomeriggio ha infatti dichiarato che il commento su Carlo Giuliani “E’ la cosa di cui più mi rimprovero e della quale non riesco a darmi pace”. E al padre del ragazzo rimasto ucciso mentre assaltava una camionetta dei Carabinieri durante gli scontri di Piazza Alimonda in occasione del G8 di Genova nel 2001 ha detto: “Ho sbagliato e sono prontissimo a chiedere di nuovo scusa”. Poi ha puntualizzato: “Sono un servitore dello Stato orgoglioso di questa professione, non un torturatore”.