Medicina
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Chicago – Entro due anni la biopsia liquida, che permette di studiare il dna delle cellule tumorali nel flusso sanguigno, diventerà l’esame “chiave” per monitorare vari tipi di tumore.
Proprio alle potenzialità di questo nuovo esame per tenere sotto controllo le neoplasie sono dedicate alcune sessioni del Congresso dell’Associazione americana di oncologia clinica (Asco), principale appuntamento mondiale del settore, e ‘spicca’ la presenza della ricerca italiana in questo ambito.
Il test del sangue consentira’ dunque presto di tenere sotto controllo vari tipi di tumore, monitorandone l’evoluzione e rendendo possibile tarare le cure ed i farmaci a seconda dello sviluppo della malattia.
Uno dei tumori già ‘sotto assedio’ e’ quello del colon retto, come spiega Alberto Bardelli, responsabile Genomica dei tumori all’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (To): “Nell’ambito delle sperimentazioni cliniche stiamo già utilizzando la biopsia liquida, con cadenza quindicinale, per monitorare i pazienti con cancro al colon metastatico, con grandi vantaggi. Oggi, infatti, si effettua la tac per valutare se un tumore è in progressione, ma la tac non dice perchè il tumore cresce. La biopsia liquida, invece, ci fa capire quale tipo di resistenza si stia sviluppando al farmaco utilizzato e rende cosi’ possibile optare per farmaci alternativi”.