Genova – Centoventi minuti, 50 scatoloni e due persone per turno. E’ quanto avranno a disposizione gli sfollati che oggi rientreranno nelle loro abitazioni dopo 60 giorni per recuperare, nel più breve tempo possibile, tutti i propri oggetti di valore e i ricordi di una vita. Parte oggi, infatti, il primo dei tre turni programmati per il recupero di quanto di più prezioso è rinchiuso nelle case che gli sfollati hanno dovuto abbandonare in fretta e furia il 14 agosto scorso, quando il ponte Morandi è crollato uccidendo 43 persone e ferendone una ventina.

Alle 8,30 in punto inizieranno le “operazioni”. Le prime 24 famiglie potranno inviare due persone con i tre vigili del fuoco che li accompagneranno all’interno dei palazzi e sorveglieranno, aiutando per quanto possibile, che tutto avvenga correttamente e nei tempi prescritti.

Centoventi minuti per aprire la casa, scegliere gli oggetti da portare via e inserirli in 50 scatoloni già predisposti nel cestello-gru che i vigili del fuoco posizioneranno fuori dalle finestre, pronti a raccogliere quanto verrà inscatolato e posizionato al suo interno.

Anziani e persone con problemi di mobilità potranno cedere il posto a familiari che potranno entrare all’interno delle abitazioni al loro posto ma sempre con il “limite” invalicabile di due persone ad appartamento.

Si inizia dai civici 5, 6, 11 e 16 di via Porro, i più lontani da ciò che resta del ponte Morandi e poi, nei prossimi giorni, si proseguirà avvicinandosi via via sempre di più al centro della “zona rossa” e alle case più direttamente minacciate da un eventuale cedimento del relitto del ponte.

Mentre le operazioni andranno avanti un team di tecnici ed esperti terrà sotto controllo il ponte e al minimo cenno di pericolo lanceranno un segnale di immediato abbandono del palazzo, costringendo sfollati e vigili del fuoco ad abbandonare quanto hanno preso per fuggire il più velocemente possibile.

Per gli sfollati un altro stress e nuova sofferenza considerando che non si potrà portare via tutto e che una volta entrati in casa dopo 60 giorni di assenza, potrebbe essere difficile trovare la concentrazione adatta a fare scelte che nemmeno un professionista delle emergenze prenderebbe in così poco tempo. C’è chi ha preparato un elenco accurato e chi ha già messo in preventivo “scelte del cuore” invece di decisioni oculate e dettate dalla ragione.

C’è chi dovrà abbandonare le impronte delle mani dei figli, stampate sui muri di casa e chi mobili appartenuti ai nonni e a persone care. Uno strazio che solo chi vive questi momenti può comprendere fino in fondo.

L’operazione di recupero verrà ripetuta per tre turni complessivi per appartamento, 6 ore in tutto per recuperare quanto di più caro è conservato in casa. Potrebbero esserci altre occasioni ma a tutti è stato chiesto di operare come se queste fossero le uniche occasioni a disposizione perchè i tempi si dilaterebbero moltissimo e si deve procedere il prima possibile alle demolizioni che quasi certamente coinvolgeranno anche gli edifici sotto ciò che resta del ponte. Recuperare qualcosa, a quel punto, sarebbe quasi impossibile.