Genova – Riapre questa mattina e sino a domenca 24 maggio, a Palazzo Ducale, la mostra che Palazzo Ducale ha dedicato al celebre artista Banksy chiusa in questi mesi a causa dell’emergenza Covid-19.

“Con la massima attenzione per i nostri visitatori e per i nostri collaboratori – dichiara Serena Bertolucci, direttore di Palazzo Ducale – riapriamo le porte della mostra dedicata a Banksy con un nuovo percorso e un nuovo orario. E’ un gesto di speranza e di rispetto nei confronti della città e della regione che richiama tutti a un grande senso di responsabilità. Sarà possibile accedervi fino a domenica prima che l’esposizione chiuda definitivamente le porte”

La mostra
Nessuno lo ha mai visto, nessuno conosce il suo viso, non circolano foto che lo mostrino: eppure Banksy conquista il mondo attraverso opere di inaudita potenza etica, evocativa e tematica. Originario di Bristol, nato intorno al 1974, inquadrato nei confini generici della Street Art, Banksy rappresenta un esemplare caso di popolarità per un artista vivente dai tempi di Andy Warhol. Ad oggi possiamo considerarlo il più grande artista globale del nuovo millennio.
La mostra riunisce opere e oggetti originali dell’artista britannico. Ci sono i dipinti a mano libera della primissima fase della sua carriera e numerosi stencil.
Ci sono le serigrafie che Banksy considera vitali per diffondere i suoi messaggi. Ci sono oggetti installativi e altre opere provenienti da Dismaland (come la scultura Mickey Snake con Topolino inghiottito da un pitone).
Banksy mette in discussione concetti come l’unicità, l’originalità e soprattutto la verità dell’opera, tratteggiando una nuova visione che propone qualcosa di nuovo sulla relazione tra opera e mercato, istituendo di fatto un nuovo statuto dell’opera arte, una nuova verità dell’arte stessa: l’opera originale non commerciabile. Banksy preferisce da sempre la diffusione orizzontale di immagini rispetto alla creazione di oggetti unici. Una lezione mutuata da Andy Warhol con il suo approccio seriale e l’uso metodico della serigrafia. Come è stato ribadito da molte firme internazionali, Banksy rappresenta la miglior evoluzione della Pop Art originaria, l’unico che ha connesso le radici del Pop, la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta e i nuovi approcci del tempo digitale.
La sua forza sta nell’aver capito che in un mondo digitale come il nostro, l’arte doveva fermarsi un attimo prima della sua digitalizzazione, nascendo solida per poi diventare liquida. Un’arte facile in apparenza ma complessa oltre l’apparire, ovvia eppure controversa, empatica per attitudine e cattiva per natura.
Quello di Banksy è un immaginario semplice ma non elementare, con messaggi che esaminano i temi del capitalismo, della guerra, del controllo sociale e della libertà in senso esteso e dentro i paradossi del nostro tempo.

Sostiene Stefano Antonelli:

Banksy ha scritto che “Se vuoi dire qualcosa e vuoi che la gente ti ascolti, allora indossa una maschera. Se vuoi dire la verità devi mentire”. In seguito disse anche “Non saprete mai chi sono e ogni verità che dirò sarà mascherata da bugia”.
Traslando le due affermazioni, il primo principio di Banksy stabilisce che egli abbia qualcosa da dire, il secondo che quanto ha da dire sia una verità. Avere qualcosa da dire è il mandato artistico per definizione, che si tratti di verità non è affatto scontato. Secondo Hegel la religione ci offre la verità come rappresentazione, la filosofia come forma suprema del concetto, l’arte come forma del sensibile. Attraverso questa prospettiva possiamo sostenere come l’opera di Banksy sia una verità
che egli somministra ai nostri sensi, affinché possiamo percepirla. Ora, non ci resta che comprendere di quale verità si tratti. Tuttavia, il secondo principio ci suggerisce che l’artista presenta le verità sotto forma di menzogna. E qui la contraddizione diventa irrisolvibile, finché ci accorgiamo che il cortocircuito lo rende uno degli artisti più veritieri e profondi del nostro tempo.

A cura di Stefano Antonelli, Gianluca Marziani, e Acoris Andipa, ideata e prodotta da MetaMorfosi Associazione Culturale in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, promossa da Comune di Genova e Regione Liguria.

Per la riapertura, Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura si attiene all’ordinanza n.30 del 17 maggio della Regione Liguria contenente le linee di indirizzo per la riapertura delle attività, in particolare;
• il rispetto della distanza di sicurezza tra le persone seguendo il percorso segnalato all’interno delle sale espositive
• utilizzo della mascherina all’interno della mostra
• misurazione della temperatura all’ingresso della mostra
• numero di ingressi limitato per garantire la corretta distanza interpersonale tra i visitatori
• il guardaroba non è accessibile, pertanto i visitatori sono invitati a non recarsi all’interno della mostra con borse voluminose e caschi

Orari
martedì, mercoledì, giovedì e domenica: ore 11-20
venerdì e sabato: ore 11-21

Biglietti

Palazzo Ducale insieme all’associazione Metamorfosi ha scelto di abbassare il costo del biglietto per poter rendere, in un momento così difficile, la mostra ancora più accessibile.

intero 8€
ridotto 6€
bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni 4€
il venerdì dalle ore 14 per i giovani under 27 5€

sarà possibile effettuare l’acquisto del biglietto online https://www.vivaticket.com/it/biglietto/il-secondo-principio-di-un-artista-chiamato-banksy/148330

Per maggiori info consultare : www.palazzoducale.genova.it