panchine privatizzate a Pegli

Aggiornamento – I cartelli sono stati rimossi dalla polizia locale intervenuta su richiesta dell’assessore Paola Bordilli.
Le panchine non sarebbero mai state “affidate” al locale ma il tutto sarebbe frutto di un fraintendimento a seguito della richiesta del Bar di avere un dehor dove si trovano le panchine.
La richiesta prevedeva la riorganizzazione temporanea degli spazi ma non è stata approvata.
L’iniziativa dei cartelli, insomma, sarebbe frutto di un errore cui l’assessore ha posto rimedio appena informata dell’accaduto.

Genova – Ha scatenato un diluvio di proteste, soprattutto sui social, la decisione di un Bar di Pegli di appropriarsi di alcune panchine vicine al locale per adibirle a spazio esclusivo per i propri clienti.
Improvvisamente, sulle panchine abituale luogo di ritrovo degli anziani della zona, sono apparsi cartelli che invitano a non sedersi perché “riservate al bar”.

La foto, pubblicata da Silvia Brocato, assessore al Municipio, ha subito fatto pensare ad uno scherzo ma si è poi appreso che il fatto non rappresenta la goliardata di qualcuno ma un reale “diritto” del Bar che avrebbe approfittato dell’iniziativa del Comune di Genova che consente di utilizzare spazi pubblici per installare dehors e tavolini per “compensare” gli spazi persi per effetto del decreto per l’emergenza coronavirus.

La foto delle panchine “privatizzate” – sino a dicembre stante l’attuale delibera comunale – ha scatenato un diluvio di proteste e di commenti anche molto forti sulle pagine social del quartiere come Sei di Pegli se.
Dalle critiche al Municipio alle pesanti accuse per il Comune sino agli inviti a boicottare il locale.
C’è anche chi ha suggerito di posizionare due panchine in legno contro i muri del locale, ai lati dell’ingresso, per garantire lo stesso spazio ai clienti senza appropriarsi di spazi comuni che, ideati per la socialità del posto, dovrebbero essere lasciati liberi e gratuiti.