polizia localeGenova – Una semplice postazione mobile della polizia locale, dove i cittadini possono salire per presentare normalissime denunce e segnalazioni, sta scatenando da alcuni giorni una vera e propria “battaglia” sui social che rischia di avere un seguito nelle aule di Tribunale.
I fatti: questa mattina, alle 10, ai giardini Melis di Cornigliano, verrà presentato una sorta di camper della polizia locale che si sposterà alcuni giorni alla settimana, in diversi quartieri genovesi dove si segnalano particolari esigenze di sicurezza.
Un “rinforzo”, più spesso un vero “sostituto”, di una presenza regolare che dovrebbe essere garantita da una civica amministrazione degno di tale nome.
A Cornigliano, dove si attende una nuova stazione della polizia locale da anni, il camper stazionerà per due giorni alla settimana e a bordo saranno presenti alcuni agenti che raccoglieranno le denunce (si è sempre fatto) e le eventuali segnalazioni di problematiche particolari legate al quartiere (si è sempre fatto).
Un “evento” senza alcuna rilevanza reale nell’attuale assetto della sicurezza dei quartieri ma che, secondo le accuse, sarebbe stato trasformato in campagna elettorale da parte di un partito di maggioranza in Comune (e non solo) ad opera di una delegata al consiglio comunale.

La postazione mobile della polizia locale potrà certamente essere un’intervento deciso dalla civica amministrazione guidata da una maggioranza politica ma altrettanto certamente la presentazione non può essere usata per quella che sembra essere uno spot da “campagna elettorale”.
Ad infiammare gli animi, schierati su opposti fronti politici, la presenza sui social di un “invito alla popolazione” in cui appare in volto e nome una consigliera comunale della Lega, il simbolo del partito di Matteo Salvini e un avviso nel quale si sottolinea la partecipazione all’evento dell’assessore alla Sicurezza del Comune di Genova Garassino (Lega) e del comandante della polizia locale, Gianluca Giurato, che ovviamente non ha alcun collegamento diretto con partiti e movimenti politici.

Sgarbo istituzionale, errore (grave) dell’esponente politico o vera e propria campagna elettorale non è ancora dato sapere ma di certo l’iniziativa sui social ha scatenato le proteste di molti esponenti politici di parte avversa ma anche di Cittadini che si domandano come sia possibile pubblicizzare la presentazione di un servizio alla cittadinanza – pagato con i soldi dei Contribuenti – per esporre nomi e simboli di partito.

Resta da capire cosa ne pensa la Polizia Locale, trascinata in una polemica che di certo non fa bene all’immagine di chi lavora con professionalità e abnegazione, al servizio dei Cittadini.