ponte morandi tramontoGenova – Anche la Corte dei Conti da il via libera all’accordo per l’acquisto da parte dello Stato di quote di Autostrade per l’Italia e relativi debiti per il disastro del Ponte Morandi e il comitato in ricordo delle vittime del ponte Morandi esprime indignazione.
In un comunicato che la portavoce dei familiari delle vittime definisce “comunicato che non avremmo mai voluto fare in un paese senza futuro” scrive parole di fuoco.

“Con l’ultimo tassello da parte della Corte dei Conti – si legge nel comunicato – e’ stata messa fine alla trattativa per la cessione di Aspi, in questo Paese senza vergogna, senza futuro, con una classe politica che non ha neanche saputo onorare le vittime ed un paese umiliato, gli azionisti di Aspi ricevono il plauso per il loro “magnifico lavoro”, nessun livello decisionale ha voluto fermare questo marchingegno, con il patteggiamento rinunciano a difendersi accettando l’impianto accusatorio e per il nostro paese sono soggetti idonei al ricevimento di esborsi miliardari, sulla pelle dei cittadini morti e di coloro che pagheranno i danni di anni di incuria, tutti coloro che hanno contribuito a questo scempio dovrebbero restare chiusi in casa per sempre, per espiare le loro colpe, ma alcuni li vediamo gia’ gongolanti in attesa della prossima grigliata.
Nessuna verginita’ riacquisita, nessun perdono!
VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

L’accordo tra Stato e Atlantia (Gruppo Benetton) prevede che Cassa Depositi e Prestiti versi una cospicua somma per acquisire, insieme ad altri soci provati, quote di Aspi (Autostrade per l’Italia) che detiene la Concessione delle Autostrade della Liguria e non solo.
Un accordo che porta una grossa somma di denaro (dei contribuenti) ad Atlantia e riversa sullo Stato italiano una grande fetta dei debiti che verranno maturati con la quantificazione dei danni provocati dal crollo di Ponte Morandi come in altre vicende in cui la scarsa manutenzione potrebbe aver giocato un ruolo importante.
In pratica lo Stato – che è proprietario delle Concessioni e avrebbe potuto semplicemente revocarle riacquisendo direttamente la proprietà delle Autostrade, pagherà una somma enorme all’attuale gestore per “entrare nella società” e diventerà parzialmente responsabile (e quindi dovrà pagare pro quota) i debiti che si concretizzeranno se i Tribunali riconosceranno che i danni sono attribuibili a responsabilità di Aspi.