Genova – Era stato arrestato lo scorso agosto per maltrattamenti Nabil Benhamir, il 29enne marocchino indagato per associazione con finalitò di terrorismo.
L’arresto era avvenuto nel quartiere della Foce dopo che la moglie, tenuta segregata in casa e sottoposta a continui maltrattamenti, era riuscita a scappare e denunciare l’accaduto.
Nelle corse settimane, visti i ritrovamenti di video e filmati di decapitazioni e sgozzamenti di prigionieri presenti sul cellulare, l’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di essere un fiancheggiatore dell’Isis.
Per gli agenti della Digos di Genova, coordinati dal pubblico ministero del pool antiterrorismo Federico Manotti, il 29enne sarebbe affiliato al sedicente stato islamico. Questo sta portando gli investigatori a compiere altri accertamenti per ricostruire i contatti dell’uomo, già segnalato dalle polizie di Francia, Germania e Olanda perché fermato più volte in compagnia di fondamentalisti.
La moglie di Benhamir, durante l’interrogatorio legato all’inchiesta sui maltrattamenti, ha confermato che il marito aveva adottato un comportamento sempre più radicalizzato e lei stessa, se non rispettava alla lettera i precetti islamici, veniva picchiata.
Nella mattinata di domani sarà deciso se adottare o meno il rito abbreviato per quanto riguarda i maltrattamenti.