Putrajaya (Malesia) – Cibque anni di carcere per aver avuto un rapporto omosessuale con un suo collaboratore. L’alta corte malese ha confermato la condanna per Anwar Ibrahim, leader dell’opposizione al governo e il politico rischia ora sino a 20 anni di carcere.
Il verdetto rappresenta l’ultimo grado di giudizio e rischia di porre fine alla carriera politica di Anwar, 67 anni.
Il principale leader dell’opposizione al governo malese è stato ritenuto colpevole di aver sodomizzato un collaboratore nel 2008.
Una sua precedente assoluzione per mancanza di prove era stata rovesciata nel marzo 2014 da una corte di appello, che aveva condannato Anwar a cinque anni di reclusione.
Anwar Ibrahim, ex vicepremier della coalizione al governo dal 1957 – era già stato condannato per sodomia dopo essere stato cacciato dal suo ex partito nel 1998, ma quel verdetto era stato poi annullato.
L’uomo, che è sposato e ha cinque figli, nell’ultimo decennio ha rappresentato una spina nel fianco del governo, guidando una coalizione di tre partiti che ha progressivamente eroso il consenso di quella al potere fin dall’indipendenza, sfiorando la vittoria al voto del 2013.
Secondo gli oppositori del governo centrale, Anwar è stato condannato esclusivamente per eliminare un pericoloso concorrente alle elezioni che si terranno nel 2018.