Sydney (Australia) – Maggiore riguardo per la difesa del patrimonio economico della Chiesa rispetto ai diritti delle vittime di abusi sessuali da parte di preti.
E’ quanto avrebbe ammesso l’ex arcivescovo di Sydney, il cardinale George Pell, oggi prefetto degli Affari economici del Vaticano.
Secondo i Media australiani avrebbe dichiarato di aver privilegiato gli interessi finanziari della Chiesa rispetto agli obblighi verso le vittime di preti pedofili, nell’ambito di un’aggressiva strategia legale volta a proteggere il patrimonio dell’arcidiocesi.
La notizia è stata diffusa dalla Commissione nazionale d’inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali nei confronti di minori, che in un rapporto preliminare descrive tre “casi di studio” e sostiene che alle vittime fu negata giustizia e compassione da parte dell’arcidiocesi. E osserva che questa si difese vigorosamente e con successo in tribunale dalle richieste di risarcimento, pur avendo riconosciuto che le vittime dicevano la verità.
“L’arcidiocesi accettò i consigli dei suoi avvocati di difendersi vigorosamente dalle accuse”, scrive la commissione.
“Una ragione per cui il card. Pell decise di accettare tali consigli era di scoraggiare altri potenziali querelanti dal citare in giudizio la Chiesa per abusi sessuali”, aggiunge il rapporto, osservando che il prelato “mancò di agire equamente da un punto di vista cristiano” nel corso delle dispute legali.
Nella testimonianza davanti alla commissione d’inchiesta lo scorso marzo, Pell ha ammesso che la Chiesa non aveva agito equamente. Ha espresso rincrescimento per la maniera in cui le dispute furono gestite, riconoscendo di essere stato motivato dal desiderio di proteggere i fiduciari della Chiesa, che ne controllano il patrimonio.