Savona – Temono di perdere il lavoro i dipendenti del gruppo imprenditoriale dei fratelli Fotia coinvolto nelle indagini su una presunta infiltrazione della Ndrangheta nei cantieri del nord Italia.
I lavoratori presidiano per il secondo giorno consecutivo gli uffici dell’azienda, a Savona, e chiedono che le autorità si attivino per non far chiudere le aziende, almeno durante le indagini e gli eventuali processi.
E’ infatti consuetudine che le Istituzioni nominino un commissario che prende il controllo delle aziende e ne cura gli interessi al posto dei titolari oggetto di indagine.
Una garanzia poiché, anche in presenza di forti sospetti o prove, in Italia si è innocenti sino alla sentenza passata in giudicato.
Le aziende del gruppo Fotia sono state sequestrate per un controvalore di oltre 10 milioni di euro perchè la Dia e la procura di Genova indaga su presunti legami dei tre titolari con la Ndrangheta calabrese e sospetta che la mano della malavita organizzata sia arrivata sino ai cantieri sul torrente Polcevera, nel genovese, e a Milano.
Appalti pubblici su cui si sta indagando ma che potrebbero, alla fine, risultare del tutto leciti ed esenti da infiltrazioni malavitose.
“Non riusciamo a capire – hanno spiegato i lavoratori – i motivi del sequestro. Stavamo lavorando in cantieri dove erano stati fatti tutti i controlli possibili. Ora tutto è bloccato e da due giorni siamo a casa senza lavoro. Auspichiamo che venga nominato prima possibile il custode giudiziale per poter continuare a lavorare”.