Genova – Inchiesta chiusa per il padre del presidente del Consiglio, Matteo Renzi e richiesta di archiviazione per l’accusa di bancarotta fraudolenta.
Si è conclusa l’indagine su Tiziano Renzi, padre di Matteo, accusato di bancarotta fraudolenta dopo il fallimento della società Chil Post srl, che distribuiva di giornali e volantini. Ora il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se accogliere la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero.
A far scattare le indagini alcune rilevazioni del curatore fallimentare dell’azienda guidata da Renzi che, secondo l’ipotesi di accusa, avrebbe ceduto alla moglie un ramo d’azienda per una cifra giudicata “sospetta”, circa 3mila euro.
Il timore del curatore fallimentare era che si fosse ceduto la parte buona dell’azienda lasciando che la parte “cattiva” fallisse con un debito da 1 milione e 300mila euro.
Per gli inquirenti, invece, nessun rilievo e Tiziano Renzi avrebbe gestito la società senza alcuna responsabilità nel fallimento.
Gli altri due amministratori subentrati nella gestione della Chil Post srl restano invece accusati di bancarotta fraudolenta.