Milano – Una torbida relazione amorosa dietro il misterioso ferimento di un giovane di 22 anni sfregiato con dell’acido muriatico in via Giulio Carcano. Hanno confessato l’operatore di Borsa di 30 anni e la studentessa dell’Università Bocconi di 23 anni che sono accusati dell’aggressione.
Insieme avrebbero deciso di punire il Pietro Barbini, studente presso l’Università di Boston, per aver tentato di dividerli.
I due M.L e A.B avrebbero intessuto una relazione definita “morbosa” dagli inquirenti che hanno evidenziato, tra le altre cose, il fatto che la ragazza avrebbe una cicatrice sul viso che riproduce la lettera “A”, iniziale del nome del compagno, quale segno della dedizione eterna che gli avrebbe giurato.
La ragazza, prima di conoscere l’operatore di Borsa, era stata fidanzata con la vittima e quando il giovane ha saputo i particolari della nuova relazione della ex avrebbe tentato di convincerla a troncare subito il rapporto.
Una mossa che evidentemente non è stata gradita dai due amanti maledetti che avrebbero così deciso di farla pagare al ragazzo.
Lui, studente di economia presso la prestigiosa Università di Boston, era in Italia per le feste natalizie ed è statop convinto a recarsi ad un appuntamento in via Giulio Carcano, a Milano, per la consegna di un pacco proveniente dalla Francia.
Il giovane si è però insospettito poichè non attendeva nessun pacco e perchè la consegna era stata fissata in un giorno festivo. Per questo motivo si è fatto accompagnare dal padre.
Quando è giunto sul posto sono arrivati i due con il volto coperto da un cappuccio e gli hanno versato addosso alcuni contenitori di acido che lo hanno ustionato al viso, al torace ed alle gambe.
Terribili le ferite inflitte dalla sostanza corrosiva, Pietro Barbini potrebbe perdere l’uso di un occhio.
Quando la ragazza è stata interrogata dal giudice di Milano Lorella Trovato ha ammesso di aver gettato l’acido addosso al giovane, con cui aveva avuto una relazione quando entrambi frequentavano il liceo Parini di
Milano, perche’ quest’ultimo la “infastidiva e molestava con avance” attraverso sms, messaggi su Facebook e su ‘WhatsApp’.
La giovane ha poi detto di essere incinta dell’operatore di Borsa che risulta sposato e con figli e ha cercato di scagionarlo dicendo che passava di lì per caso.
Le indagini hanno però portato al rinvenimento di alcuni flaconi di acido nell’ufficio dell’uomo e pertanto non credono alla ricostruzione fatta dalla giovane donna.
“La ragazza si e’ dimostrata una bocconiana reticente, falsa e spocchiosa – ha detto il pm Marcello Musso intervenendo durante l’udienza -, ha confessato solo perche’ l’hanno beccata con le mani nella marmellata”.
Il difensore della studentessa, l’avvocato Paola Bonelli, ha sostenuto la necessita’ di “valutare la capacita’ di intendere e di volere” della giovane che, nel maggio scorso, era stata denunciata da un compagno di universita’ che la ragazza
avrebbe cercato di evirare con un coltello dopo che si erano appartati nel parcheggio di un hotel.
“La detenzione in carcere – ha spiegato – potrebbe avrebbe effetti deleteri su una persona che presenta gia’ diverse fragilità”.