Genova – Un centro europeo per lo studio del fenomeno dello spiaggiamento dei cetacei. Il nuovo ente di ricerca ha sede a Genova e si candida a diventare un punto di riferimento nel settore per l’intera Europa e non solo.
Voluto dal Ministero della Salute presso l’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta per la diagnosi dei mammiferi marini spiaggiati, l’ente è stato presentato oggi presso il Museo di Storia Naturale di Genova alla presenza dell’assessore regionale alla salute Claudio Montaldo, di Maria Caramelli direttrice generale dell’Istituto zooprofilattico, Silvio Borello del Ministero della salute, Maria Carmela Giarratano del Ministero dell’ambiente e dell’ammiraglio Vincenzo Melone direttore marittimo del porto di Genova oltre al direttore del Museo Giuliano Doria.
Il centro che per il momento avrà sede in Corte Lambruschini, dove si trova l’Istituto Zooprofilattico, in attesa di spostarsi in un’area più idonea in Porto, avrà un presidio territoriale anche ad Imperia e rappresenterà un punto di riferimento nazionale ed europeo per l’intervento diagnostico sui mammiferi marini che si arenano sulle coste italiane che si andrà ad integrare nella rete nazionale degli spiaggiamenti supportata dal Ministero della salute.
“Per quanto riguarda le attività dell’Istituto Zooprofilattico che riunisce tre regioni – spiega l’assessore regionale alla salute Claudio Montaldo – abbiamo deciso di lasciare a Piemonte e Valle d’Aosta le attività di terra e valorizzare a Genova le attività marine, per diventare un punto di riferimento nazionale per tutti gli istituti zooprofilattici italiani, grazie anche alla collaborazione con il MInisterio dell’ambiente, della salute e della Capitaneria di Porto, nell’ambito della tutela del benessere animale che è spesso specchio della salute dell’ambiente circostante”.
Nel 2013 sono state 122 le stenelle spiaggiate lungo le coste del Tirreno, colpite dal virus del morbillo e nel 2014 164 i mammiferi marini arenati lungo le coste italiane. Un fenomeno in crescita che risulta però ancora poco chiaro.
“Il territorio ligure ricopre un’importante posizione strategica – ha aggiunto la direttrice dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – essendo al centro del Santuario Pelagos, l’area marina protetta antistante le coste italiane, francesi e del Principato di Monaco. E lo studio della cause dello spiaggiamento costituisce una materia multidisciplinare, in quanto le patologie riscontrate possono avere un peso sia in termini di conservazione della specie che di salute pubblica”.
Il primo punto di riferimento per tutti coloro che trovano animali spiaggiati deve essere il numero della Guardia Costiera 1530 che è il primo presidio, a cui seguirà l’intervento dei tecnici dell’Istituto Zooprofilattico e l’invio di tutti i campioni a Genova.
“Il centro – continua Caramelli – fornirà assistenza tecnico –scientifica al Ministero della salute e coordinerà le attività diagnostiche post mortem degli istituti zooprofilattici italiani, attraverso metodiche standard e formando gli operatori sanitari coinvolti negli interventi sui cetacei piaggiati”.
La decisione di potenziare il centro a livello nazionale deriva anche dalla necessità di maggiori controlli sulla salute degli animali selvatici da cui sono scaturite le ultime grandi malattie come Ebola, la Sars, la mucca pazza che con una sorveglianza veterinaria si riesce e non far diffondere.
A questo poi si deve aggiungere la necessità di esami autoptici sull’animale in grado di rivelare anche la presenza di pesticidi o metalli pesanti che oltre a rappresentare la causa di morte dell’animale, evidenziano lo stato di salute del mare.