Sonia Viale - Lega Nord Liguria
Sonia Viale – Lega Nord Liguria

Genova – Il “caso” del cantiere di Riva Trigoso della Fincantieri approda in commissione Lavoro alla Camera con un’interrogazione della Lega Nord.
“L’occupazione e il know how del reparto Meccanica vanno difesi e potenziati – dichiara Sonia Viale, segretario della Lega Nord Liguria – le commesse da 5,4 miliardi di euro rappresentano una grande possibilità per il futuro del sito. Priorità all’impiego dei cassaintegrati dell’azienda e ai giovani del territorio”.
La Lega Nord Liguria, attraverso i suoi rappresentanti in commissione Lavoro alla Camera, chiederanno precise garanzie sotto il profilo occupazionale. Lo strumento utilizzato sarà un’interrogazione sul futuro di Fincantieri a Riva, nel comune di Sestri Levante, presentata dal capogruppo Massimiliano Fedriga.
“Chiederemo al governo i dettagli del piano di ristrutturazione aziendale nel cantiere di Riva Trigoso – ha spiegato Sonia Viale – che occupa 650 dipendenti e circa 300 ditte appaltatrici, e se intenda attivarsi per garantire il massimo utilizzo, nella costruzione delle nuove navi, del personale in cassa integrazione e di giovani disoccupati del territorio attraverso appositi accordi con le ditte appaltatrici”.

«Il nostro capogruppo – spiega Viale – ha raccolto le preoccupazioni del territorio segnalate dal nostro consigliere in Comune a Sestri Levante Albino Armanino. La Lega Nord, già da qualche settimana, si è attivata anche in Regione con un’interrogazione del consigliere Rixi, candidato Governatore in Liguria, per tenere alta l’attenzione, a tutti i livelli istituzionali, sul futuro occupazionale, in particolare, del reparto Meccanica del cantiere del levante genovese dove di frequente l’azienda fa ricorso a personale esterno ed ex tecnici in pensione, nonostante spesso ci sia personale dipendente in cassa integrazione

“Sappiamo – prosegue Sonia Viale – che i lavoratori si sono allarmati dopo la diffusione della notizia secondo cui la Fincantieri di Riva Trigoso – Muggiano starebbe firmando con il governo il rinnovo della flotta della Marina Militare, commessa che occuperebbe le maestranze fino al 2020: commesse da 5,4 miliardi di euro per la sostituzione di 51 unità della Marina e la costruzione di 14 nuove navi iper-tecnologiche. Una buona notizia ma che non basta a tranquillizzare i lavoratori, fortemente preoccupati per il piano di ristrutturazione preannunciato dall’azienda in nome della competitività, definito dai sindacati “un piano lacrime e sangue” e la ventilata ipotesi della creazione di una holding per il settore meccanica. Secondo i sindacati, infatti, l’azienda avrebbe garantito che costruirà le navi negli stabilimenti italiani ma – ricordando che comunque detiene 21 cantieri nel resto del mondo dove il costo del lavoro è di gran lunga più basso – ha chiesto la rinuncia alle 104 ore annuali di festività e riduzione dell’orario di lavoro riconosciute e pagate, l’estensione massima della flessibilità a discrezione dell’azienda e la ridefinizione dei premi di programma”.