Genova – Il Comune avvia provvedimenti e percorsi per contrastare l’apertura di sale scommesse e sale slot a il Governo centrale adotta provvedimenti che rischiano di incentivare il gioco d’azzardo.
“Questo è un grido di allarme – ha detto il sindaco di Genova, Marco Doria – Molti Comuni, tra cui quello di Genova, si sono mossi con impegno e determinazione per impedire il proliferare selvaggio e incontrollato delle sale gioco e della dipendenza dal gioco d’azzardo. Vogliamo tutelare la salute dei nostri cittadini e un’idea complessiva di civiltà. La nostra azione è stata percepita come coerente e seria da parte di tutti coloro che assistevano a un moltiplicarsi di fenomeni di crisi personali e degrado urbano”.
Provvedimenti che diventano nulli se, a Roma, si adottano misure che sembrano muovere in direzione contraria.
“C’è il rischio concreto – prosegue Doria – che provvedimenti in corso di definizione da parte del governo vanifichino i nostri sforzi e cancellino risultati significativi ottenuti. Per questo chiediamo un immediato coinvolgimento sulla questione di Anci nazionale e ci rivolgiamo al governo perché prima dell’adozione di provvedimenti in materia si apra un confronto con le amministrazioni locali, avendo come comune obiettivo prioritario quello di tutelare gli interessi e la salute dei cittadini, assolutamente prevalenti rispetto agli interessi di grandi gruppi economici.”
Il primo cittadino di Genova, Marco Doria, esprime la forte preoccupazione dell’Amministrazione comunale per le conseguenze di alcuni provvedimenti che il governo ha adottato e di altri che starebbe per varare e lancia un appello al Governo, ai parlamentari, alle forze politiche e alle organizzazioni sociali per una immediata inversione di rotta.
Genova è stata, infatti, la prima grande città italiana a dotarsi di strumenti normativi contro l’azzardo.
I Comuni, molti dei quali sono stati coraggiosamente in prima linea in questa campagna di civiltà, non avrebbero più potere di intervento.
Sono due le misure contestate. La prima è la sanatoria fiscale introdotta nella legge di stabilità (legge 23 dicembre 2014, n. 190, articolo 1 comma 643) a favore delle agenzie estere di scommesse sportive che operano in Italia senza concessione. Per ottenere la sanatoria è sufficiente che questi soggetti paghino gli arretrati fiscali più una penale di diecimila euro. Questa misura rischia di produrre a Genova il raddoppio delle sale autorizzate o, come minimo, una molteplicità di contenziosi legali da sostenere per il Comune.
Il secondo provvedimento dovrebbe essere contenuto nel decreto attuativo della delega fiscale annunciato per il Consiglio dei ministri di domani.
Fino ad oggi la misura in questione è stata resa nota prevalentemente per la volontà dichiarata del governo di stabilire un tetto al numero di concessioni su scala nazionale e di limitare la pubblicità. Da questo punto di vista potrebbero apparire norme positive. In realtà, la normativa su scala nazionale non sarebbe concepita come quadro per le più stringenti regolamentazioni locali ma al contrario annullerebbe di fatto i regolamenti comunali e le leggi regionali in materia. La misura sarebbe ulteriormente aggravata se fossero confermate le indiscrezioni circa una tassa addizionale sulle slot machine i cui ricavati andrebbero ai comuni, un meccanismo condizionante per gli enti locali ed eticamente riprovevole di fronte alla piaga sociale della ludopatia.