Tripoli (Libia) – Strategia del terrore sempre più tecnologica per i terroristi dell’Isis che tornano a minacciare l’Italia lanciando addirittura l’hastag #ArriviamoaRoma.
Il messaggio dei terroristi è chiaro e campeggia su alcuni profili Twitter sopravvissuti alla guerra elettronica scatenata da Anonymous, il collettivo di hacker che aveva dichiarato guerra ai siti dei terroristi e aveva promesso di cancellare il terrorismo islamista dai social network.
Sui profili Twitter l’isis ribadisce di essere intenzionato ad arrivare a Roma, capitale del Cristianesimo. “Stiamo arrivando a Roma” – scrivono gli estremisti della jihad ed aggiungono “L’Isis a Roma, con la volontà di Dio”.
In realtà la religione è solo un pretesto visto che la maggior parte degli intellettuali islamici ha condannato l’Isis e le sue atrocità arrivando ad emettere una fatwa contenente una condanna a morte per i terroristi.
L’obiettivo è tutto politico e gran parte degli osservatori ritiene estremamente improbabile che l’Isis stia davvero programmando un attacco “convenzionale” all’Italia.
Si tratta in realtà di un “simbolo” e, soprattutto, del tentativo di spingere l’occidente al passo falso più grande che potrebbe fare, ovvero lo schieramento di truppe su territori che non sostengono l’Isis ed anzi lo combattono ma non sopporterebbero una “invasione” di truppe occidentali.
Il pericolo di essere associati alle “crociate” è grandissimo e procurerebbe molti “fan” all’Isis.
Per questo hastag come #WeAreComingtoRome (stiamo arrivando a Roma) è da interpretare più come una campagna politica che come una vera e propria minaccia di invasione.
Del resto i 400 chilometri di mare tra la Libia e la Sicilia sono pattugliati da navi militari e non risulta che l’isis, al momento, disponga di unità di Marina.
Certo esiste il pericolo del terrorismo di “cani sciolti” ma questa è tutta un’altra emergenza.