Reggio Calabria – Maxi sequestro da 25 milioni di euro per un imprenditore edile accusato di essere vicino alla Ndrangheta. La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di confisca di beni nei confronti di un imprenditore 60enne molto attivo nel settore delle costruzioni sin dalla fine degli anni 70.
Secondo gli inquirenti c’è stata una forte discrepanza tra le risorse detenute lecitamente dall’imprenditore e i suoi investimenti nella costruzione di case e appartamenti.
Per questo motivo gli sono stati sequestrati ben 73 appartamenti, una ditta edile e disponibilità economiche e finanziarie per circa 500mila euro.
L’uomo, nel 2007, insieme ad altre 37 persone, era stato arrestato in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, nell’ambito dell’Operazione ‘Gebbione’. Le indagini avevano permesso di svelare le infiltrazioni mafiose dei fratelli Labate in attività imprenditoriali della zona sud di Reggio Calabria (quartieri di Sbarre e Gebbione), messe in atto mediante estorsioni consistenti sia nel pagamento di mazzette, sia nelle fornitura di beni e servizi da parte di imprese controllate dagli associati, ma anche attraverso la protezione di imprenditori.
All’epoca la vicenda giudiziaria si concluse con l’assoluzione dell’imprenditore ma, secondo il tribunale che ha emesso la confisca, esisterebbero comunque indizi di una sua contiguità e cooperazione con il sodalizio capeggiato dai fratelli Labate.