Bologna – E’ apparso visibilmente commosso, oltre che sinceramente felice Toni Servillo, il grande attore partenopeo che con la sua interpretazione dello scrittore Jeb Gambardella nella ‘Grande Bellezza’ di Paolo Sorrentino ha riportato l’Oscar in Italia, appena ricevuta la pergamena di neodottore ad honorem al Dams dall’Università di Bologna.
L’attore 56enne ha abbracciato il Rettore, ricevendo poi un lunghissimo applauso dai presenti. “Credo di interpretare anche il vostro orgoglio e la vostra emozione nel vivere questo momento di cultura davvero alta – ha detto presentando il neolaureando il Rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi – grazie di essere qui presenti”.
Ricordate, in chiusura dell’intervento del docente Claudio Longhi che ha illustrato ‘il mobilissimo profilo artistico di Servillo’, le parole del ‘maestro’ dell’attore, lo scomparso attore Leo de Berardinis, pronunciate in una lectio magistralis che mai come oggi sembrano rivolte all’illustre allievo: “Attori si nasce ma si diventa, le capacità naturali vanno rigorosamente affinate nella tecnica, poi bisogna far sparire la tecnica, come nelle arti marziali, si recupera il movimento naturale della difesa e dell’attacco, fino a non pensarlo piu’ mentre il corpo agisce per intuito profondo”. “Gli ho voluto bene”, ha detto Servillo in dialetto napoletano ricordando De Berardinis, “per me è stato un maestro importante con cui ho avuto la fortuna di condividere la scena”.