Caserta – Controllavano il mercato delle slot machines i 44 appartenenti al clan camorristico dei Casalesi arrestati nel corso del blitz della Dia nel casertano.
Gli inquirenti indagano nell’ambito di un’inchiesta sulla fazione del clan dei Casalesi che fa capo alla famiglia Russo. Sarebbe emerso il coinvolgimento nella gestione di slot machine e video poker.
Le forze dell’ordine hanno sequestrato cinque aziende e 3.200 slot machine per un valore stimato di oltre 20 milioni di euro.
La potente organizzazione aveva ramificazioni in Lazio, Toscana e Campania.
Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione camorristica, trasferimento fraudolento di valori, estorsione,
illecita concorrenza con minaccia o violenza e riciclaggio, tutti reati aggravati dalla finalità mafiosa.
L’indagine riguarda le attività del gruppo Schiavone-Russo, indicato come il nucleo centrale dell’organizzazione, comandato da Francesco Schiavone, detto Sandokan, e da Giuseppe Russo, ‘o Padrino, entrambi detenuti.
Gli sviluppi dell’inchiesta si fondano su intercettazioni e sulle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia. I Russo
si erano imposti – spiegano gli inquirenti – nella gestione delle estorsioni e del controllo degli appalti, in rapporti con
rappresentanti delle amministrazioni locali, e nel controllo – anche attraverso commercianti e imprenditori “compiacenti” – delle principali attività economiche. Tra queste il monopolio di slot machine e videopoker in bar delle provincia di Caserta e in numerosi della provincia di Napoli. Un settore gestito, secondo le indagini, attraverso prestanome incensurati.