Dopo l’Ungheria, anche la Croazia ha deciso di chiudere tutti i varchi di confine ai profughi siriani che scappano dalla guerra. Il Governo croato, preoccupato per l’enorme flusso di migranti che si avvicina ai suoi confini, ha invertito la rotta e dopo gli annunci di massima apertura dei giorni scorsi, ha deciso di sigillare i confini e ha inviato truppe per arginare l’arrivo dei profughi.
Il timore è che migliaia di persone possano varcare il confine in poche ore, dirette verso i Paesi del Nord Europa ma che poi le nazioni confinanti li respingano mettendo in grande difficoltà la Croazia che si troverebbe a dover ospitare e sostenere migliaia di profughi disperati.
E così, nella notte, uno ad uno sono stati chiusi tutti i varchi e le forze di polizia sorvegliano i confini per arginare gli arrivi.
L’appello resta quello all’Unione Europea che dovrebbe trovare il modo per far fronte all’emergenza stanziando fondi ma, soprattutto, decidendo una politica comunitaria e condivisa sulla metodologia con cui affrontare il problema.
Ad ostacolare la decisione la netta divisione tra chi si dice propenso ad aiutare i profughi e propone una equa ripartizione degli arrivi e chi, invece, vorrebbe chiudere i propri confini e lasciare che siano i paesi di arrivo, come l’Italia, la Grecia e ora Ungheria e Croazia, a gestire in modo autonomo l’emergenza.