Genova – Primi interrogatori, questa mattina, per i tre ragazzi arrestati per l’aggressione a sfondo omofobo avvenuta il 14 luglio scorso su un autobus di Caricamento.
I tre, insieme a due ragazze che sarebbero state minacciate perchè non rivelassero alcun particolare dell’aggressione, avrebbero negato che a scatenare la furia violenta siano stati motivi di odio verso i gay anche se alcune frasi rese durante gli interrogatori (aveva gli occhi truccati ed abbiamo pensato che fosse gay) farebbero pensare che proprio questo era uno dei motivi scatenanti dell’aggressione.
Secondo gli interrogati, invece, il 44enne sarebbe stato picchiato dopo alcune battute. Prima è stato aggredito dai tre sul pullman e poi, in strada, sempre nei pressi della fermata dell’autobus, particolare che complica la posizione dell’autista AMT indagato per omissione di soccorso.
A stupire inquirenti e commentatori è soprattuto la giovane età degli aggressori, tra i 18 e i 20 anni, e il fatto che non provengano da periferie depresse o da situazioni familiari o sociali svantaggiate. I giovani sono tutti italiani e nati a Genova e non hanno precedenti penali. Tutti provengono da buone famiglie, senza particolari problemi, e tutte residenti nel Ponente genovese.
Gli inquirenti sarebbero arrivati ai loro nomi dopo aver individuato e convocato una delle ragazze. La giovane, molto bella e avvenente, è stata riconosciuta grazie ad alcuni video di telecamere di sorveglianza e per alcune foto pubblicate su Facebook.
La giovane ha raccontato di aver avuto intenzione di consegnarsi alle forze dell’ordine pur non avendo preso parte direttamente all’aggressione ma di essere stata minacciata ed invitata dai membri del gruppo a farsi gli affari propri e di tacere.
Sarebbe stata lei, una volta convocata dalle forze dell’ordine, a rivelare i nomi degli altri componenti il gruppo.
La sua posizione, insieme a quella dell’altra ragazza presente al pestaggio, è al vaglio del magistrato che segue il caso.