Aeroporto di Genova

Genova – Arrivare stremati, dopo un volo in ritardo e non trovare un taxi per raggiungere il proprio hotel o la propria abitazione. E’ quanto è successo sabato sera a una cinquantina di passeggeri del volo Lufthansa proveniente da Monaco e in forte ritardo a causa del caos all’aeroporto bavarese, causato da una donna che ha violato una zona di massima sicurezza.
I viaggiatori, in gran parte turisti tedeschi in arrivo a Genova, hanno trovato lo scalo genovese praticamente “chiuso” e quando sono usciti dalla struttura per cercare un taxi, ne hanno trovato solo uno.

In breve è scoppiato il caos, con passeggeri che riuscivano a chiamare il numero del “Radio Taxi” per prenotare un passaggio e altri che, o per le linee intasate o perchè non informati del servizio, si contendevano sempre più aggressivamente le poche auto che arrivavano.
In più di un’occasione si è quasi arrivati alle mani mentre i tassisti cercavano di spiegare la situazione ai malcapitati turisti e di “allertare” altri colleghi impegnati in altre zone della città.

Agli increduli turisti, alcuni tassisti avrebbero riferito che la “fermata” dell’aeroporto non è presidiata in modo particolare dopo l’orario in cui, normalmente, atterrano gli aerei e che le vetture si concentrerebbero invece nelle zone di maggiore “richiesta”, come il centro cittadino.

Inoltre, in casi come quello del ritardo del volo, atterrato a Genova ben dopo la mezzanotte, non esisterebbe alcun sistema di “allerta” che dall’aeroporto comunichi alle cooperative dei Taxi la presenza di turisti con probabile – per non dire certa – necessità di un servizio di trasporto.

I tassisti hanno riferito alle persone presenti anche che la App dell’Aeroporto di Genova non riporterebbe gli orari di arrivo dei voli “dopo la mezzanotte”, mostrando invece gli orari degli aerei in partenza e in arrivo nel giorno successivo.
In questo modo è impossibile, per chi presta servizio taxi, sapere se ci sono aerei in ritardo e se occorrono vetture alla postazione aeroportuale.

I tassisti ricorrerebbero al “fai da te”, con un tam tam telefonico che scatta, però, solo quando il “disastro” è fatto e i turisti si affollano all’uscita del terminal partenze con la necessità, a volte urgente, di un taxi.
Una situazione incredibile per uno scalo aeroportuale in continua crescita per numero di passeggeri e dove le compagnie low cost investono massicciamente, portando un flusso di turisti sempre maggiore.
Occorrerebbe un cambio di marcia che consentisse, ad esempio, un dialogo tra i tassisti e l’aeroporto, mettendo i primi in grado di conoscere per tempo eventuali ritardi – molto frequenti a dire loro – e i secondi di offrire ai loro utenti un servizio degno di un paese civile.