Genova – Sta suscitando proteste e indignazione la scelta di inserire un videogioco che propone ai giocatori di “ricostruire” il ponte nel punto informazioni inaugurato dal Comune di Genova e dalla struttura commissariale al Porto Antico, per illustrare ai visitatori le iniziative e il progetto per il Ponte di Genova.

A molti non è piaciuto l’accostamento della tragedia del Ponte Morandi, con la morte di 43 persone ed il disastro della città, con un gioco di intrattenimento, attività prettamente ludica e “leggera”.

Anche il gruppo di Chiamami Genova nel Municipio della Valpolcevera ha stigmatizzato la decisione del Comune inviando una nota di protesta a chi ha scelto di inserire il gioco nella struttura.

“Da mesi dopo il crollo del ponte Morandi – si legge nella nota di ChiamamiGenova – cittadini e comitati chiedono che venga realizzato un Info Point possibilmente a Certosa o vicinanze, perché la comunicazione delle varie operazioni che si dovevano realizzare per la demolizione e per la ricostruzione, non potevano passare solo attraverso il sito aperto dalla struttura commissariale su internet. Tali richieste sono state fatte in ogni ambito, a partire dalle commissioni consiliari, alla struttura commissariale e direttamente al Sindaco Bucci, in quanto molte persone non “frequentano “ la rete e comunque, chi vive e lavora in prossimità, se non proprio all’interno del grande cantiere, aveva la necessità di avere un contatto diretto per capirne l’impatto e fare richieste per maggiore vivibilità.
Invece ieri, con l’innalzamento del primo troncone del nuovo viadotto, si è magnificamente aperto un InfoPoint al Porto Antico, nei locali in cui era insediato il museo Luzzati, composto da tecnologie che possono dare risalto alla grande opera che si sta realizzando come un’attrattiva per turisti.
A parte il costo per realizzare tale struttura, per altro in linea con la politica di spettacolarizzazione mediatica, fatta di inaugurazioni con “cappellini e trombette”, indigna la mancanza di rispetto nei confronti di chi in questa strage, causata da un sistema in cui si è privilegiato il profitto alla tutela delle persone, ha perso la vita, ed a chi vive in questa valle e sta ancora subendo gravi ripercussioni a livello sociale, economico e della mobilità.
Questa mancanza di rispetto che raggiunge il colmo con il video gioco messo a disposizione, con cui è possibile cimentarsi nella ricostruzione del ponte con tanto di ruspe, gru lavoratori e progettisti che ti seguono nel percorso e, se non vengono rispettati i tempi, tranquillo puoi ricominciare il gioco.
Si proprio un video gioco, in cui ogni volta si può ricominciare da capo come nulla fosse, quindi morire, subire danni, distruggere, costruire, possa essere rimediato con un click, o forse è proprio quello che vogliono farci credere per non vedere cosa sia la dura realtà”.