Genova – I risultati delle elezioni regionali e già divampano le scaramucce all’interno della coalizione di centro destra guidata da Giovanni Toti. La vittoria schiacciante del movimento del presidente, Cambiamo, ha letteralmente fagocitato la Lega che, invece, sperava di portare a casa un risultato davvero straordinario.
Il risultato mancato deve aver innescato delle tensioni interne alla maggioranza che guiderà la Regione per i prossimi 5 anni e probabilmente legate alla suddivisione degli assessorati della prossima Giunta.

“Da lui e dai suoi mi aspettavo sorrisi e brindisi – ha dichiarato Giovanni Toti in intervista al Corriere della Sera, riferendosi a Salvini – e non i musi lunghi di questi giorni”.

Toti approfitta della situazione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e per tirare al compagno di coalizione quella che sembra davvero una “bordata”.

“Questa dovrebbe essere la differenza tra il segretario di un partito e il leader di uno schieramento – si legge nell’intervista al rieletto presidente Toti, pubblicata dal Corriere.

Dichiarazioni che sembrano essere una “risposta” a quanto dichiarato da un altro compagno di coalizione: Edoardo Rixi che, nelle fasi immediatamente precedenti alle elezioni, ricordava a Toti che la Lega avrebbe chiesto un maggior numero di assessori in caso di vittoria.

Lo schiacciante successo del movimento di Toti in Liguria ha però rimescolato le carte e modificato gli assetti anche a livello nazionale dove non è evidentemente tramontata l’idea di un ruolo di Toti in ruoli ben più alti di quello di presidente della Regione.

Nell’intervista al Corriere il neo rieletto presidente tira diversi affondi a Salvini, già messo in discussione all’interno del partito dopo il risultato “bulgaro” della rielezione di Zaia in Veneto, con ben altri risultati per la Lega.

“Un candidato premier – dichiara Toti rivolgendosi neppure troppo velatamente a Salvini – deve avere a cuore i numeri della coalizione, non solo quelli del suo partito. Deve intestarsi le vittorie, come faceva molto bene Berlusconi, e non gioire solo per un consigliere in più della Lega o un suo candidato al ballottaggio”.

“Per essere il capo, servono due cose – prosegue Toti – I numeri e la capacità di gestire la coalizione. I primi ci sono, la seconda per ora no. Matteo potrebbe essere l’architetto del centrodestra, ma al momento non mi risulta che abbia alcun progetto. Si concentra solo sulle sue battaglie, va per conto suo. Non ascolta chi gli vuole bene. E a forza di dare spallate, finisce per rimediare una lussazione dopo l’altra”.

Resa dei conti all’interno della coalizione di centro destra o comprensibili scaramucce prima di dar vita alla nuova Giunta regionale?
Il tempo dirà quale sia l’interpretazione più corretta ed ora si attende la replica della Lega ed in particolare di Matteo Salvini.