Santa Margherita Ligure – All’epoca dei fatti ci fu chi disse che era “tutto regolare” ma oggi la procura ha iscritto due sindaci nel registro degli indagati per le colate di cemento e le impalcature di metallo usate per ampliare e rendere accessibili anche a mezzi su ruota alcuni sentieri presenti nel Parco del Monte di Portofino.
Episodi che risalgono ai giorni successivi all’emergenza mareggiata che aveva distrutto la strada di collegamento tra Santa Margherita e Portofino ma che destarono grande scalpore per l’uso massiccio di cemento per costruire rampe e una vera e propria strada all’interno dell’area protetta del Parco e senza alcuna autorizzazione.

Una gettata di cemento denunciata dalle associazioni ambientaliste e per la conservazione del paesaggio che documentarono, con foto e filmati, lo scempio che si perpetrava all’interno di aree incontaminate e protette.
Il sentiero che collega le frazioni di Nozarego, Gave e Gassetta, nel Comune di Santa Margherita Ligure e in quello di Portofino, venne trasformato rapidamente e – secondo l’accusa – senza alcuna autorizzazione – in una stradina di collegamento per aree sino ad allora raggiungibili solo a piedi.

Uno sfregio all’area protetta del Parco di Portofino per il quale risulterebbero indagati il sindaco di Santa Margherita, Paolo Donadoni e il sindaco di Portofino, Matteo Viacava.
Secondo il quotidiano Il Secolo XIX e Repubblica ci sarebbe un fascicolo aperto per abuso edilizio e violazione delle norme a tutela del patrimonio artistico e paesaggistico ma i carabinieri del reparto forestale, tra i primi a documentare le gettate di cemento, indagherebbero anche per il reato di abuso di ufficio per i sindaci.
Con loro risulterebbero indagati anche il committente dei lavori e la ditta esecutrice.