Genova – Si erano specializzati nelle truffe ai danni di persone anziane cui riuscivano a rubare denaro e gioielli con la tecnica del “finto parente arrestato”. I carabinieri del nucleo investigativo di Genova, in collaborazione con Europol e i colleghi tedeschi e polacchi, hanno scoperto e smantellato una organizzazione criminale che aveva base in Polonia e che avrebbe messo a segno decine di raggiri e truffe con la tecnica ormai collaudata ed ancora oggi oggetto di mille dubbi da parte delle associazioni dei Consumatori che si domandano come potessero avere dati e informazioni dettagliate su persone anziane in genere piuttosto riservate e non presenti sui social.
Le forze dell’ordine hanno arrestato nove persone, tutte di cittadinanza polacca e di etnia Rom che vanno ad aggiungersi alle 17 già fermate nei mesi scorsi e alle 33 denunce collegate.
Secondo quanto emergerebbe dalle indagini, la banda aveva dei telefonisti in Polonia che contattavano le persone anziane – non si capisce con quali dati – e fingendosi un parente stretto li convincevano di essere nei guai per aver provocato un incidente e di dover pagare una forte somma di denaro per non finire in carcere.
I complici presenti invece sul territorio italiano andavano a casa dei malcapitati – sempre disponendo chissà come di indirizzi e informazioni dettagliate – e poi si presentavano di volta in volta come avvocati, poliziotti o persone incaricate dai parenti per ritirare le somme necessarie.
Gli anziani, colpiti negli affetti e spesso confusi, consegnavano ogni avere e tutto il denaro disponibile pur di evitare al parente il carcere.
Una tecnica che ha fatto decine e decine di vittime e che spesso ha poi causato stati di forte depressione agli anziani caduti nella trappola e talvolta con esito fatale.
La banda colpiva in tutto il Nord Italia e solo in Liguria avrebbero messo a segno ben 56 truffe.
I carabinieri hanno recuperato 7 chili d’oro, orologi di valore e rari e circa 70mila euro in contanti. Ricchezze che finivano in Polonia, distribuiti tra le famiglie Rom cui appartenevano i fermati.
Una parte del bottino è già stata restituita alle vittime del raggiro mentre ci si domanda come facessero i malviventi ad avere tutte le informazioni necessarie a “selezionare” persone anziane, fragili e sole, tra milioni di numeri di telefono presenti “sul mercato”.
Una verifica su questo punto potrebbe far scattare un ulteriore “scoperta” su questo tipo di attività criminale.