combattimenti caniImperia – Associazione a delinquere, maltrattamento di animali e organizzazione di combattimenti tra cani. Con queste ipotesi di accusa sono state rinviate a giudizio 11 persone delle 18 coinvolte nelle indagini su un vasto giro di combattimenti clandestini tra cani organizzati nell’imperiese.
Oggi si è tenuta – presso il Tribunale di Imperia- l’udienza preliminare a carico di 18 persone accusate a vario titolo, 11 delle quali sono state rinviate a giudizio.
LAV, parte civile con l’avvocata Piera Poillucci, è stata rappresentata in udienza da Ciro Troiano, criminologo e responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia. E questa volta non è il sud ad essere scenario di uno dei crimini più violenti nei confronti dei cani, quello dei combattimenti clandestini.

“Si tratta di una delle inchieste sui combattimenti più importanti e complesse fatte nel nostro Paese, sviluppata sia sul territorio nazionale che all’estero, che avrebbe svelato, secondo l’accusa, una rete di individui dedita all’organizzazione di lotte tra animali e alla gestione delle altre attività illegali connesse – afferma Ciro Troiano, criminologo, responsabile Osservatorio Zoomafia LAV- Anche in questo caso, ci preme ricordare come ribadiamo da tempo, che occorre potenziare la normativa sulla tutela penale degli animali, in particolare per i reati zoomafiosi”.

Un giro di scommesse clandestine e compravendita o scambio di cani. Al centro un allevamento di cani destinati, secondo l’accusa, ai combattimenti. Sarebbe partita da qui l’indagine del Commissariato di Ventimiglia e della Squadra Mobile di Imperia che vedrebbero reati consumati tra le province di Imperia, Milano e Torino, oltre che in Serbia.

“Al di là di quello che sarà l’esito giudiziario, e ferma restando la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, c’è da sottolineare l’alta professionalità e le profonde conoscenze tecniche degli investigatori che hanno seguito l’articolata inchiesta, con i quali abbiamo avuto modo di confrontarci – dichiara Ciro Troiano-. Anche se sono preoccupanti lo scenario e i particolari emersi, purtroppo si tratta di condotte comuni in contesti di questo tipo. È una illegalità, quella dei combattimenti, come altre inchieste hanno dimostrato, violenta, pericolosa e con un forte potenziale criminale, che non deve essere sottovalutata”.