garibaldi partenza Mille quartoGenova – Anche oggi, 5 maggio, si celebra la Spedizione dei Mille e la partenza dal celebre scoglio di Quarto ma in pochi sanno che, in realtà, la maggior parte dei volontari che seguirono Giuseppe Garibaldi nella storica impresa partirono nella “dimenticata” Foce.
Per curiosi motivi, infatti, la storia della partenza dei mille (e più) garibaldini è stata modificata dagli storici mantenendo come unico luogo simbolo lo scoglio a picco sul mare dove ancora oggi un monumento ricorda l’impresa che ha portato all’unità d’Italia.
Insieme a Gian Carlo Moreschi, appassionato di questo episodio storico, cerchiamo di riportare un pò di Verità in quanto avvenne davvero.

..il 5 Maggio 1860, o meglio, la notte tra il 5 e il 6 maggio 1860, sul nostro territorio avvenne un fatto storico importante. La partenza della spedizione dei Mille.
Mille per difetto, perché in realtà erano 1126. Tra loro una donna e un bambino.
La maggior parte lombardi, tanti bergamaschi. Pochissimi piemontesi.
Di ceti sociali più vari: avvocati, commercianti, possidenti, operai, impiegati, medici.

La storiografia più diffusa continua ad affermare che i Mille si imbarcarono a Quarto, grazie anche all’iconografia che mostra, in molti quadri, Garibaldi pronto a salire sulla barca che, dallo Scoglio a Quarto, lo avrebbe portato a bordo delle navi.

garibaldi partenza Mille quarto

Eppure sono molti gli storici di epoca prossima all’evento e gli stessi protagonisti della spedizione a dire cose ben diverse.

Francesco Bertolini, nella sua “Storia del Risorgimento Italiano” ed. 1889 scrive:
“Allo spuntare dell’alba del 6 maggio, la legione garibaldina, composta di 1085 volontari, s’imbarcò su due piroscafi mercantili, parte alla Foce, e parte alla spiaggia di Quarto.”.
Gustavo Sacerdote, nella sua biografia di Garibaldi, del 1889
“I fortunati fra i veterani, quelli ch’erano destinati a partire, cominciarono, sul cadere di quella notte, ad uscire da Genova per la Porta Pila, (…) come se andassero a diporto. Quasi nessuno armato. Andavano alla Foce od a Quarto, secondo gli ordini ricevuti; e per tutto quel percorso di circa tre miglia passarono senza canti e senza evviva, tra una folla di cittadini, che li salutavano a capo scoperto, in amoroso silenzio, commossi, compresi – i salutanti come i partenti – della grandiosa solennità del momento. Alla Foce ed a Quarto erano le barche che li dovevano trasportare ai due vapori. “.
Federico Donaver, il grande storico, nel 1910 racconta
“Assestate le cose a bordo, accese le macchine, verso le 2 antimeridiane del 6 i vapori si staccarono, il Lombardo a rimorchio del Piemonte, (…) perché al Lombardo non andavano in temperatura le caldaie.
Fuori del porto s’imbatterono in una barca sulla quale era Garibaldi che impaziente era venuto loro incontro (…), poi dalla Foce in su trovarono molte barcaccie nelle quali erano volontari, il carbone, le provviste, delle armi e delle munizioni, imbarcando ogni cosa.”
E quindi salta tutta l’iconografia di Garibaldi che saluta dallo scoglio di Quarto.
Giuseppe Cesare Abba, nella sua cronaca della spedizione a cui partecipò, descrive la ricerca di Riccardo Luzzato, un altro partecipante alla spedizione, da parte della madre Fanny che lo voleva convincere a rinunciare.
“Corse di qua, di là, da Genova alla Foce, dalla Foce a Quarto, chiedendo, pregando, e tanto fece che lo trovò”.
Nino Bixio nel suo diario appunta aspetti organizzativi. L’ultima descrizione, probabilmente l’ultima in ordine cronologico.
“Alla Foce delle anime, uomini 150 – Bogliasco 20 – Villa 120 “.
“IMBARCO. Alle dieci i battelli imbarcano dalla Foce e dalla Villa. I battelli sortiti si recano sulla linea della Lanterna & Monte Portofino ponente estremo.”“VILLA. 2 Battelli da carico. 1 Battello pel Generale, 100 uomini.
FOCE. N.° 6 Battelli da carico per imbarco di 800 uomini.”
Lo stesso Raffaele Rubattino, armatore delle due navi, e mai si capirà se rubate o noleggiate, in una lettera descrive così il “furto”.
“Alla domenica mattina mi svegliano e mi dicono che nella notte erano stati presi in porto due nostri vapori, il Lombardo e il Piemonte; che erano partiti con circa 1000 persone, che si erano imbarcate fuori del porto alla Foce!!”
Sulla parete esterna della Casa dei Pescatori di via dei Pescatori, alla Foce, era presente una targa che, per cause mai chiarite, recentemente è andata quasi totalmente distrutta e che si può vedere in questa foto come era in originale.

lapide garibaldini Foce, Mille

Questa autocelebrazione dei pescatori della Foce, fu originariamente installata nel borgo ai piedi della chiesa di San Pietro.
Nella foto seguente, indicata dalla freccia, la targa. Nelle foto antiche precedenti al 1910, questa targa non è visibile.
Foce foto targa Garibaldi Mille Genova

Dalle Memorie di Giuseppe Garibaldi si può leggere
“Il piccolo esercito numerava milleottantacinque uomini, trai quali i Lombardi erano in maggioranza. Il Garibaldi era a Quarto, nella Villa Spinola, sulla costa, circa cinque miglia distante da Genova; i suoi soldati erano accantonati non lungi di colà, a Foce”
Ora quella che io, personalmente, considero la prova regina. La “foto” del contingente pronto a partire dalla spiaggia della Foce.
Giuseppe Nodari è uno dei partecipanti alla spedizione. E’ un pittore amatoriale e i suoi acquarelli descriveranno molti momenti della spedizione. Nel suo quadro si notano i componenti della spedizione in attesa sulla spiaggia. Ben visibili le barche che dovranno trasportarli a bordo di Piemonte e Lombardo.
In alto a sinistra, la Lanterna. Si notano le mura di levante della città. Una porta nelle mura, ipotizzabile si volesse descrivere Porta Pila. Ai piedi delle mura, sul mare, gli scogli della Strega. Credo sia innegabile che qui sia rappresentata la Foce.
garibaldini, quarto dei Mille, quadro Foce

In effetti, per un semplice ragionamento logico, la maggioranza della popolazione non sapeva nuotare. Ancora più probabile che non fossero in grado coloro che dal mare vivevano distante da sempre.
Ora… si può veramente pensare fosse più agevole imbarcare centinaia di persone che non sapevano nuotare facendole salire sulle barche dallo scoglio di Quarto anziché dalla comoda spiaggia della Foce?
Perché mentire e non descrivere da subito la Foce invece che Quarto?
Gian Carlo Moreschi si è dato una risposta: il regno Sabaudo doveva “formalmente” ignorare la partenza di questa spedizione e Quarto era abbastanza distante dalla città al punto di potersi forse giustificare per una azione militare avviata senza possibilità di intervento.
Certo, nella città di Genova nel 1860, è difficile pensare di non accorgersi di questa mini invasione di “foresti”, ma Quarto era indubbiamente più lontano dagli occhi.
Ma oggi, al di là di intitolazioni toponomastiche acquisite, credo sia storicamente sancito da quella spiaggia partirono i Mille.