pillole, pastiglie, farmaci
Un’epidemia di infezioni da streptococchi e nelle farmacie non si trovano gli antibiotici che vengono usati comunemente per curarle. Una “tempesta perfetta” quella che ormai da settimane si registra in Liguria come in tutta Italia a causa di una misteriosa penuria di farmaci di uso comune.
Il problema riguarda soprattutto i bambini poichè l’amoxicillina in combinazione con l’acido clavulanico è la formulazione migliore per curare alcuni mali di stagione che si stanno diffondendo da mesi tra la popolazione più giovane e i farmaci con questi principi attivi sono ormai introvabili nella maggior parte delle farmacie o arrivano con il contagocce.

I genitori sono costretti a girare di farmacia in farmacia per cercare una o più scatole del farmaco o del suo “generico”.
Una situazione che va avanti da mesi e che non sembra destinata a trovare una soluzione visto che sembra che il principale produttore, un colosso della farmaceutica, avrebbe smesso la produzione (ma c’è chi insinua un problema di rinnovo del brevetto) ed evidentemente “qualcosa” limita gli approvvigionamenti.
C’è poi il problema nel problema con la difficoltà di dosare adeguatamente il farmaco usando le pillole nel formato “da adulti” opportunamente tagliato nel dosaggio “per bambini”. Una pratica sconsigliata ma che è sempre più diffusa vista la carenza dei farmaci in circolazione.
L’allarme è stato lanciato dai pediatri, preoccupati per la improvvisa ed apparentemente inspiegabile sparizione dalle farmacie di un farmaco di uso comune ma ora gli stessi farmacisti ammettono pubblicamente la difficoltà e i genitori sono sempre più preoccupati ed infuriati per un sistema che non riesce neppure a prevedere emergenze come questa.
Esiste infatti la possibilità di rilasciare autorizzazioni temporanee alla produzione di farmaci ad altre aziende in grado di farlo (per affrontare emergenze) e persino la possibilità di ricorrere alla specifica struttura dell’Esercito che è in grado di produrre farmaci laddove esistano specifiche esigenze in regime di emergenza.
C’è poi chi, come i genitori più arrabbiati, si domanda come mai nessuno abbia ancora aperto un’indagine per verificare come mai gli approvvigionamenti sono così difficili e se vi sia davvero un’emergenza in corso.