cervelloGenova – Il centro ictus dell’ospedale San Martino compie 30 anni e continua a rappresentare un centro di eccellenza per la cura della malattia e per gli esiti nefasti che produce.
Ogni anno in Liguria si registrano circa 4mila ictus e nel 2022 presso il Centro Ictus del San Martino sono stati ricoverati più di 700 pazienti.

“I 30 anni compiuti in questo 2023 – ha commentato l’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola – raccontano di un centro Ictus che ha maturato competenze avanzate tali da poter fornire una serie di elementi importanti sulla gestione e la cura di una malattia tempo-dipendente come questa”.

“In Liguria la gestione delle prestazioni legate a questa patologia – sottolinea ancora l’assessore – è arrivata ad un buon livello grazie alla rete metropolitana e territoriale. Nel capoluogo ligure è presente un sistema che intercetta il paziente con sospetto ictus cerebrale già nella prima fase di soccorso e in una stragrande maggioranza di casi viene centralizzato presso l’hub regionale del San Martino. Il buon funzionamento del sistema della gestione dell’ictus necessita non solo del trattamento in acuto e del ricovero nel centro, ma anche di una importantissima componente riabilitativa intensiva in ospedale a cui fa seguito un’ulteriore riabilitazione estensiva territoriale. Accanto al mantenimento e al potenziamento degli attuali otto centri Ictus, Regione Liguria lavora anche a ottimizzare la componente riabilitativa sul territorio. Nei primi mesi del 2024, l’applicazione della legge 118 del 2022 che fissa nuove regole per i rapporti tra il privato e il Servizio sanitario nazionale in particolare in tema di concorrenza e trasparenza, darà luogo, a seguito della valutazione del fabbisogno, ad un’ottimizzazione delle necessità delle terapie riabilitative territoriali anello di congiunzione con la terapia ospedaliera”.

“In merito alla cura di questa patologia- continua Angelo Gratarola- il futuro è nelle mani della tecnologia, dell’innovazione, dell’intelligenza artificiale soprattutto da un punto di vista ospedaliero, compariranno certamente nuovi farmaci, ma sarà ancora una volta strategico agire sulla prevenzione, promuovendo stili di vita che permettano di prevenire l’ictus infondendo alla popolazione la stessa consapevolezza che si ha per le malattie cardiovascolari quali per esempio l’infarto miocardico”.

La giornata, che ha celebrato i 30 anni del Centro Ictus con il coordinamento scientifico del Direttore dell’Unità Operativa Neurologia dell’Ospedale Policlinico San Martino Massimo Del Sette e del Direttore della Clinica Neurologica dell’Ospedale Policlinico San Martino Angelo Schenone, si è conclusa con alcune canzoni del cantautorato genovese proposte dal coro degli afasici ‘La voce di Alice’. Il coro, promosso da A.L.I.Ce. (Associazione per la lotta all’Ictus cerebrale) Liguria Odv, é composto da una ventina di persone colpite da ictus e con disturbi del linguaggio.

“Questo coro non ha solo un valore artistico-ricreativo, ma anche terapeutico – conclude Angelo Gratarola – alcuni recenti studi hanno dimostrato che ricorrere al canto porta al miglioramento del linguaggio e la facilitazione nella creazione di nuove sinapsi nell’ambito della plasticità cerebrale”.