scuola banchi studentiRegione Liguria ha approvato in consiglio regionale il via libero al piano di dimensionamento della rete scolastica. Nonostante la forte opposizione dei partiti di minoranza, il consiglio regionale ha approvato alla maggioranza i cambiamenti previsti nel settore scuola che consente alla Liguria di adeguarsi all’obiettivo minimo dei 12 accorpamenti previsti dal cosiddetto decreto “Milleproroghe” in relazione alla “Riorganizzazione del sistema scolastico” richiesta dal PNNR e messa in atto dal ministero dell’Istruzione e del Merito.
Il documento approvato oggi stabilisce tre accorpamenti a Genova e uno a Savona, nel dettaglio: I.S.S. Rosselli con I.P.S.S.A. Bergese (GE), I.C. Gottardo con I.C. Staglieno (GE), I.C. Burlando con I.C. Montaldo (GE), I.S.S. Boselli-Alberti con I.S.S. Mazzini-Da Vinci (SV). In totale Regione Liguria raggiunge per l’anno scolastico 2024/2025 il target di 174 autonomie scolastiche richiesto dal ministero, approvando complessivamente quattro accorpamenti a Imperia, tre a Genova, tre alla Spezia e due a Savona.
Soddisfatta la Maggioranza mentre l’Opposizione critica duramente le scelte fatte.

“Se già a novembre avevamo tutti i sentori che il Piano di dimensionamento scolastico regionale sarebbe stato fatto male, oggi abbiamo avuto la certezza che è stato fatto addirittura peggio rispetto a quanto immaginato”. Questo il commento del consigliere regionale della Lista Sansa Roberto Centi, relatore di minoranza durante la discussione in aula di oggi che ha portato all’approvazione dell’integrazione del piano di dimensionamento della rete scolastica.

“Ancora una volta si è affrontato il tema della scuola senza entrare nel merito dell’offerta formativa, senza considerare le esigenze degli studenti, delle famiglie, dei docenti e dei dirigenti scolastici – attacca Centi -. La Regione ha considerato solo gli interessi politici degli ‘amici’, piegandosi al volere di Bucci per la Città Metropolitana di Genova e penalizzando, viceversa, le province di La Spezia e Imperia, che, seppur in modo raffazzonato e privilegiando a loro volta sindaci politicamente ‘vicini’, avevano fatto il loro dovere”.
“Nello specifico di Genova – aggiunge Centi – trovo increscioso che la Città Metropolitana non abbia mai fatto una riunione per preparare un piano di dimensionamento, presentando, occorre ricordarlo, 0 accorpamenti sui 6 richiesti. Oggi comprendiamo che Genova ha agito così perché rassicurata del fatto che con il decreto Milleproroghe sarebbe arrivato un ‘condono’, portando poi gli istituti da accorpare da 6 a 3, come di fatto è avvenuto, dopo il tentativo di fare addirittura 0 su 6”.

Nel sottolineare la penalizzazione subita dalle Province di Imperia e La Spezia, Roberto Centi non perde l’occasione per rimarcare come nelle ultime settimane, soprattutto la Provincia spezzina, non abbia voluto intervenire per ottenere uno ‘sconto’ alla luce della deroga nazionale sul numero di istituti da accorpare a livello regionale. “Il presidente della Provincia, e sindaco, della Spezia, Peracchini a inizio gennaio ha annunciato a mezzo stampa di voler trattare sugli accorpamenti, per richiedere di eliminarne almeno uno dai tre previsti – spiega Centi -. Peccato che poi Peracchini si sia nascosto in audizione, lasciando le interlocuzioni tra assessorato e dirigenti ai soli rappresentanti delle Province di Genova e Savona, affermando di non essere stato convocato ufficialmente, cosa non vera”:

“L’unico aspetto positivo in tutta questa vicenda – conclude Roberto Centi – è il fatto che finalmente in Regione si sia parlato di scuola per ore. Auspico però, che quanto prima, si possa tornare a parlare di scuola non solo per accorpamenti decisi a tavolino o penalizzanti verso istituti che evidentemente non godono di particolari favoritismi, regali a territori potenti e amici, informatizzazione spinta, tablet e intelligenza artificiale. Ma che si possa tornare a parlare della formazione dei ragazzi e dello stimolare in loro un pensiero libero e critico sul mondo che li circonda”.

“Con il voto di oggi – ha spiegato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – si chiude finalmente un dibattito a tratti surreale che ha smascherato le contraddizioni delle opposizioni: i consiglieri di minoranza sono infatti esponenti degli stessi partiti che a Roma hanno approvato e applaudito la Riforma voluta dal governo Draghi nel 2021 e qui, invece, per puro opportunismo politico, hanno sollevato polemiche strumentali pur sapendo benissimo che nessuna scuola chiuderà e che i ragazzi continueranno a frequentare le classi come hanno fatto fino ad oggi”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla Scuola Simona Ferro dopo il via libera definitivo da parte del Consiglio regionale alla definitiva la delibera di integrazione al Piano di dimensionamento della rete scolastica, che consente alla Liguria di adeguarsi all’obiettivo minimo dei 12 accorpamenti previsti dal cosiddetto decreto “Milleproroghe” in relazione alla “Riorganizzazione del sistema scolastico” richiesta dal PNNR e messa in atto dal ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il documento approvato oggi stabilisce tre accorpamenti a Genova e uno a Savona, nel dettaglio: I.S.S. Rosselli con I.P.S.S.A. Bergese (GE), I.C. Gottardo con I.C. Staglieno (GE), I.C. Burlando con I.C. Montaldo (GE), I.S.S. Boselli-Alberti con I.S.S. Mazzini-Da Vinci (SV). In totale Regione Liguria raggiunge per l’anno scolastico 2024/2025 il target di 174 autonomie scolastiche richiesto dal ministero, approvando complessivamente quattro accorpamenti a Imperia, tre a Genova, tre alla Spezia e due a Savona.
“Nell’aula del Consiglio regionale – proseguono Toti e Ferro – si è volutamente trasformato un argomento, che a conti fatti coinvolge l’assetto amministrativo della scuola e non certamente quello formativo, in una diatriba esclusivamente politica. Le polemiche strumentali sollevate dalla minoranza hanno avuto il solo effetto di alimentare la paura tra le famiglie e i ragazzi, paventando il rischio, del tutto infondato, che il provvedimento comportasse la chiusura dei plessi e una riduzione dell’offerta formativa. Quella che abbiamo approvato è l’attuazione della Riforma varata nel 2021 dal governo Draghi e fermamente sostenuta anche dagli esponenti del centrosinistra a livello nazionale. Non solo: i criteri utilizzati per le riduzioni delle autonomie sulle quattro province sono stati approvati dal Consiglio regionale nel 2007 e fino ad oggi non erano mai stati contestati da nessuno. Abbiamo assistito a una pagina buia del dibattito consiliare, in cui, per puro opportunismo, si sono rivelate la totale incoerenza e l’incapacità di dialogare sui contenuti da parte della minoranza. Vogliamo infine ringraziare l’Ufficio Scolastico Regionale, con il suo direttore, con cui abbiamo condiviso ogni passo e scelta e tutto il Dipartimento istruzione della Regione Liguria”.

La Flc Cgil Liguria ribadisce quindi nuovamente la propria netta contrarietà a questa riorganizzazione della rete scolastica che determina in realtà tagli agli organici dei lavoratori della scuola scolastica, riduzione di posti dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi e diminuzione complessiva dell’organico del personale ausiliario, tecnico ed amministrativo, con un evidente peggioramento dell’offerta formativa, delle possibilità di gestione ed aumentando il numero complessivo degli alunni per istituto, creando evidenti disagi e criticità ulteriori alle scuole interessate.
La Flc Cgil Liguria rileva e denuncia la modalità esclusivamente ragionieristica, priva di qualunque considerazione e rispetto del ruolo della scuola pubblica, della più totale mancanza di consapevolezza delle criticità che si causeranno, senza alcuna valutazione del danno complessivo e del peggioramento netto per la vita degli studenti e dei lavoratori delle scuole coinvolte, mentre la scuola avrebbe bisogno di reali investimenti, di maggiori risorse di organico, di più tempo scuola.
La FLC CGIL Liguria non intende accettare tutto questo, continuerà nella opposizione a questo scellerato piano di dimensionamento, non escludendo nessuno degli strumenti legali e politico sindacali a disposizione per limitare la portata di questi provvedimenti