Cessna Citation X aereo jet privatoVillanova d’Albenga (Savona) – Nascondevano al Fisco jet privati di lusso per non pagare le tasse e per nascondere proprietà “scomode” da parte di magnati russi. La Guardia di Finanza di Savona ha sequestrato un jet di lusso del valore di diversi milioni di euro e ne ha segnalati altri, in volo e in hangar di aeroporti di tutta Europa, al termine di attente e sofisticatissime indagini che avrebbero scoperto un giro di evasioni fiscale ma anche di intestazioni fittizie e “scudi societari” organizzati per nascondere al Fisco e alle restrizioni delle sanzioni internazionali contro la Russia di Putin a seguito dell’aggressione dell’Ucraina.
Nei giorni scorsi, militari del Comando Provinciale di Savona, unitamente a personale dell’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno eseguito, su delega del G.I.P. presso il locale Tribunale, un decreto di sequestro preventivo finalizzato a confisca, ai sensi dell’art. 321 c.p.p., di un jet privato, ricoverato in hangar presso l’aeroporto di Villanova d’Albenga (SV), ritenuto, all’esito di complesse indagini, in posizione di contrabbando (artt. 292 e 295 D.P.R. 43/1973) e di evasione dell’I.V.A. (art. 70 D.P.R. 633/72).
Finanzieri e funzionari doganali, in attuazione del recente Protocollo d’Intesa stipulato a livello centrale, operando in stretta sinergia, hanno effettuato una capillare ricognizione degli assetti aerei nell’area del Riviera Airport, rinvenendo, in particolare, un Cessna Citation X, battente bandiera statunitense (c.d. matricola November/FAA), rimasto hangarato presso l’aviosuperficie per un periodo superiore ai sei mesi e, quindi, ben oltre il tempo massimo previsto per il regime di ammissione temporanea.
Le successive analisi, condotte grazie all’ausilio delle banche dati in uso alle due Amministrazioni hanno consentito di ricondurre la disponibilità del velivolo di lusso, formalmente intestato a un trust con sede in Delaware (USA), in capo ad un imprenditore russo ma residente nel Principato di Monaco, il quale, per celarne la diretta riconducibilità a sé stesso e ottenere così indebiti vantaggi fiscali, attraverso lo sfruttamento di strumenti di pianificazione fiscale aggressiva (c.d. hybrid mismatch arrangements), aveva interposto tra sé e il bene, oltre al menzionato trust, altre tre società fiduciarie, aventi sede, rispettivamente, presso le Isole Vergini Britanniche, le Isole Cayman e Panama.
Al termine delle attività di indagine, sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica l’imprenditore e due persone fisiche compiacenti, in qualità di autori dei reati sopra descritti, ed è stato richiesto il sequestro dell’aeromobile, concesso dall’Autorità Giudiziaria savonese, il cui valore, salva successiva quantificazione che verrà condotta con l’ausilio di tecnici di particolare esperienza nominati dalla Procura procedente, è stato prudenzialmente indicato in 10 milioni di euro con una conseguente evasione IVA di importo non inferiore a 2,2 milioni di euro.
Nei confronti dei responsabili del reato è prevista l’applicazione della reclusione da 3 a 5 anni oltre alla multa di importo compreso fra due e dieci volte le imposte evase.
Nel corso delle operazioni, è stata, altresì, approfondita la posizione fiscale dell’imprenditore con riferimento ad ulteriori velivoli in uso allo stesso, schermati con le medesime modalità del jet rinvenuto in Italia e, verosimilmente, con eguali finalità di evasione d’imposta, i quali sono stati ricondotti, grazie all’analisi delle banche dati e ad acquisizioni documentali, nella sua diretta disponibilità.
Per tale ragione, la Procura della Repubblica di Savona ha avviato l’iter per segnalare alle competenti Autorità tedesche, per il tramite di Eurojust, altri assetti aerei, tra cui un jet Gulfstream G650, un Gulfstream GV e un elicottero Agusta Westland 109S Grand, hangarati in Germania presso l’aeroporto di Karlsruhe-Baden-Baden e aventi un valore stimato di circa 80 milioni di euro, per la successiva contestazione dell’evasione dell’I.V.A.
all’importazione, così come previsto dalla c.d. direttiva PIF, recepita in Italia con D.Lgs. 75/2020 e posta a tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea.
L’intervento operato congiuntamente da GDF e ADM si inquadra, nell’ambito delle rispettive competenze istituzionali, in un contesto di monitoraggio e repressione delle frodi doganali e dell’I.V.A., anche a carattere internazionale, le quali generano iniquità e sottraggono risorse, comunitarie e nazionali, che dovrebbero essere destinate alle fasce più deboli della popolazione; oggi, tuttavia, tali condotte possono essere individuate sempre più agevolmente grazie ad un approccio cooperativo, trasversale e sinergico dell’Amministrazione Finanziaria nel suo complesso.