Genova – Il presidente dellla Regione Liguria Marco Bucci decade dall’incarico di sindaco ed il Vice, Pietro Piciocchi assume l’incarico di primo cittadino sino alle elezioni.
Ecco il discorso pronunciato nell’aula rossa di Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova:
“Signor Presidente, Signori consiglieri e signore consigliere, nella mia qualità di Vice Sindaco, assumo oggi, fino a nuove elezioni, le funzioni del Sindaco del Comune di Genova ai sensi dell’art. 53, comma 1, del D.Lgs. n. 267 del 2000. Il nostro legislatore, nell’interesse dei cittadini, ha sapientemente disposto che entro l’arco temporale previsto per il ritorno alle urne la circostanza della decadenza del Sindaco non comporti alcun immediato arresto nell’attività di governo dell’Ente: lo ha chiarito il Consiglio di Stato che in tre pareri ha precisato come, secondo i principi generali, la situazione di vacanza del
titolare di un organo comporti pienezza di attribuzioni in capo al suo sostituto.
Il ruolo del Vice Sindaco reggente o del Vice Sindaco facente funzioni non corrisponde dunque ad una carica dimezzata, al simulacro di un Sindaco, non esercita un incarico depotenziato perché limitato al solo disbrigo degli affari correnti: egli rappresenta la guida dell’Ente con ogni conseguente grave responsabilità che io intendo assumere nella piena consapevolezza delle prerogative che la legge assegna all’incarico che mi onoro di ricoprire e dei doveri correlati verso la Città.
Il primo messaggio che intendo rivolgere ai genovesi e alle genovesi – e a chi li rappresenta in quest’aula – consiste segnatamente in questo: insieme ai colleghi che mi affiancano, desideriamo interpretare il ruolo di un governo cittadino che nei prossimi mesi intende porsi come guida solida, autorevole e credibile, che non esisterà ad assumere decisioni importanti in ciò che, in esito al confronto con tutte le componenti della Giunta e del
Consiglio comunale, riterremo corrispondere al superiore interesse pubblico e che non rinuncerà ad attuare l’indirizzo politico che gli elettori hanno scelto nel 2022 per questa Città.
Genova, infatti, non merita una guida timida, spenta e senza visione.
Chiarito preliminarmente il contenuto delle funzioni che oggi la legge mi assegna, desidero anzitutto ringraziare Marco Bucci per la fiducia e l’affetto che mi ha sempre manifestato e per lo straordinario contributo che in questi anni ha dato alla nostra Città.
Per essa egli si è speso senza riserve e ha dimostrato con i fatti che un amministratore pubblico non deve mai inseguire il potere e l’ambizione personale ma, al contrario, cercare il servizio.
La sua è un’eredità gigantesca, che mi carica di responsabilità. Di questa eredità mi piace ricordare tre lezioni che ho appreso da lui e che mi piacerebbe tutti facessimo nostre: la prima è la lezione del coraggio, la seconda quella della visione, la terza quella della fiducia.
La lezione del coraggio: in un momento di mia difficoltà e paura all’inizio del primo mandato, quando una sera gli dissi che volevo lasciare per tornare al mio lavoro, egli mi chiamò e mi disse: “tu devi essere onorato di potere servire la tua Città, è un privilegio. Sii
coraggioso, non lasciare, sarebbe un grave errore e non sarebbe l’esempio che le persone si aspettano da noi”.
In questi anni ci ha sempre spronati ad affrontare ogni situazione a viso aperto, a testa alta, senza cercare alibi, senza temere impopolarità e contestazioni, rifuggendo le scorciatoie e la mediocrità.
Quello che si deve fare si fa.
La coerenza alla fine paga sempre.
La lezione della visione: in questi anni Marco Bucci, forte della sua lunga esperienza all’estero, non ha esitato a guidarci nella visione di una Città moderna, cosmopolita, una Città in grado di assurgere a punto di riferimento in molteplici ambiti, una Città consapevole delle proprie radici, della ricchezza del suo pluralismo, una Città tenace nella difficoltà, capace di risollevarsi e di cogliere le sfide del nostro tempo.
La lezione della fiducia: ai profeti di sventura, ai predicatori del declino inarrestabile e della decrescita felice, ai professionisti del disfattismo, ai propugnatori seriali del lamento e del vittimismo, il nostro attuale Presidente di Regione ha contrapposto il linguaggio della fiducia e della positività, ha risvegliato in larghe componenti della nostra società cittadina un senso di appartenenza, un desiderio di adoperarsi e di mettere a disposizione del bene comune le proprie capacità, ha infuso la consapevolezza della possibilità di un riscatto e di una rinascita che si manifesta ogni giorno in un rinnovato atto di amore che tante persone tributano a Genova.
Marco Bucci mi ha insegnato come la principale cifra di un amministratore consista nel trasmettere fiducia, speranza e senso di sicurezza intorno a sé.
Queste tre lezioni – coraggio, visione e fiducia – saranno la stella polare alla quale guarderemo costantemente nella conduzione del governo della nostra Città nei mesi che ci separano dalla prossima consultazione elettorale.
Sono certo che lo stretto rapporto umano e professionale che mi lega al neo Presidente della Regione potrà rappresentare un valore aggiunto per la realizzazione dei numerosi progetti che la Città attende.
Con pieno orgoglio e convinzione rivendichiamo e ci poniamo in continuità con le tante cose positive che dal 2017 ad oggi sono state fatte per il risveglio e il rilancio della nostra Città.
In coerenza con il nostro percorso, metteremo al centro nei prossimi mesi i temi del lavoro e dello sviluppo economico, del futuro dei nostri giovani, della scuola e dell’attenzione nei confronti di chi è più fragile, di chi è rimasto indietro, di chi è smarrito, di chi è più solo. Favoriremo e rafforzeremo il senso di comunità e la cultura del rispetto contro la logica disgregatrice dell’individualismo e della discriminazione. Per questo valorizzeremo la sussidiarietà orizzontale nel confronto permanente con i corpi intermedi e con i disparati mondi associativi che sono una risorsa straordinaria per la nostra Città.
Continueremo a lavorare per l’attrattività e la capacità di accoglienza, non solo turistica, di Genova, per la costruzione di una Città in cui alta sia la qualità della vita, una Città connessa al mondo che favorisca in modo speciale il legame con i tanti genovesi che
hanno portato il loro contributo al di fuori di essa e che ad essa molto possono restituire.
Saremo incondizionatamente a favore delle grandi opere pubbliche – senza se e senza ma – di cui Genova ha disperato
bisogno per crescere e mantenersi competitiva.
Non apparteniamo certo alla cerchia di coloro che si dicono a
favore delle grandi opere ma che alla fine trovano sempre qualche
buona motivazione per non farle o per rinviarle a tempi
indeterminati.
Questo sarebbe del tutto irresponsabile e non lo possiamo
permettere.
Cercheremo di mitigare i disagi inevitabili che questi interventi
comportano e di favorirne l’inserimento armonico nei territori ma è
certo che non possiamo arretrare su questi argomenti se non al
prezzo di condannare all’irrilevanza e alla decrescita la nostra Città.
Solcheremo nei prossimi mesi ogni palmo del nostro
meraviglioso territorio, vicini alle persone, pronti a metterci al
servizio dei loro bisogni, disponibili senza pregiudizi ad ascoltarne
critiche e contributi.
Valorizzeremo la cultura e le tradizioni e lotteremo per il
mantenimento dei servizi nelle delegazioni.
Siamo consapevoli che i genovesi non ci chiedono di fare cose
straordinarie ma di fare bene le cose ordinarie.
Vogliamo una Città bella, ordinata e decorosa: su questo faremo
la nostra parte ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti
perché la Città è patrimonio comune e nel nostro Paese abbiamo un
urgente bisogno di recuperare la cultura dello spazio pubblico e del
rispetto che ne consegue.
Per la realizzazione di questo ambizioso lavoro chiedo il
contributo generoso di tutti, in primis delle consigliere e dei
consiglieri comunali che sono la più alta manifestazione dello
spirito democratico e di partecipazione che attraversa e permea di
sé le nostre istituzioni.
Sarà mia precisa responsabilità favorire un proficuo raccordo
tra gli organi di governo dell’Ente affinché gli indirizzi del
Consiglio possano trovare attuazione negli atti della Giunta e
affinché questo luogo, con l’ascolto delle molteplici componenti
della comunità cittadina, possa essere centro di ispirazione di scelte
sagge e lungimiranti.
Assicuro la mia massima collaborazione all’attività dei nostri
Municipi che sono gli avamposti della nostra istituzione nei
territori, realtà assolutamente indispensabili per fare percepire la
prossimità dell’amministrazione pubblica a tutti i cittadini genovesi.
Desidero esprimere un sentito ringraziamento a tutti i
dipendenti e alle dipendenti del Comune di Genova, così come al
personale delle nostre società partecipate, che in questi anni mi
hanno trasmesso un meraviglioso senso di appartenenza all’Ente e
che ho sempre visto generosamente impegnati per rendere migliore
la vita dei loro concittadini.
Vi esorto a continuare in questo impegno e vi ringrazio per il
leale e costante sostegno a supporto del nostro lavoro.
Consentitemi infine una nota personale in un giorno così
importante per me: desidero ringraziare con tutto l’affetto di cui
sono capace mia moglie Emma che, nonostante il notevole carico
familiare, con generosità mi ha sempre sostenuto in questo mio
assorbente lavoro pubblico.
Signore e Signori consiglieri!
Siamo in un’aula che esprime la ricchezza del pluralismo della
nostra Città, ognuno e ognuna di noi ha i suoi punti di riferimento e
attinge dalla propria storia valori che ci possono arricchire
reciprocamente.
Personalmente ho deciso di trarre la mia ispirazione per il
lavoro che mi attende dal gesto della lavanda dei piedi che mi
ammonisce e mi richiama al senso di un servizio radicale, estremo,
senza riserve, per la nostra Città nella consapevolezza che chi ha
ricevuto deve dare e che tanto più alta è la responsabilità alla quale
siamo chiamati, tanto più bisogna darsi da fare, senza aspettarsi
niente in cambio, mettersi all’ultimo posto, restare fermamente in
quella posizione e da lì adoperarsi per gli altri.
Siamo certi che Genova, superba, bella, forte, tenace, lo meriti,
con l’orgoglio della propria storia, con la sua medaglia d’ora al valor
militare, con il patrimonio della resistenza.
Grazie per la vostra attenzione!