Gaslini Genova vetrata colorataGenova – “La cerimonia per la posa della prima pietra del rinnovato ospedale Gaslini avrà un peso sulle attività, a discapito dei piccoli pazienti, dei loro genitori e degli stessi lavoratori dell’ospedale”. A “denunciarlo”, con una lettera appello è Marco Macrì, portavoce dell’associazione Genova Inclusiva che evidenzia come la cerimonia, una giusta occasione di festa e di orgoglio per l’ospedale eccellenza europea nelle cure pediatriche, poteva essere organizzata diversamente, per non impattare su chi ha un pò meno “da festeggiare”.
“Venerdì – scrive Macrì per Genova Inclusiva – è prevista la cerimonia per la posa della prima pietra destinata al rinnovamento dell’Ospedale Gaslini, un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale e luogo fondamentale per la cura e la riabilitazione di bambini e bambine provenienti da tutta Italia. Tuttavia, questa giornata, che dovrebbe essere motivo di orgoglio e speranza, rischia di trasformarsi in un evento poco rispettoso nei confronti di chi vive e lavora quotidianamente in questa realtà”.

Secondo Macrì, infatti, per consentire lo svolgimento dell’evento, “saranno sottratti posti auto destinati alle famiglie dei piccoli pazienti che, in un giorno lavorativo, si recheranno in ospedale per visite o per stare vicino ai loro figli e figlie ricoverati. A tutto questo si aggiunge un fatto ancor più grave: il personale sanitario, tra cui infermieri, OSS, medici, addetti alle pulizie e tecnici – gli stessi tanto celebrati durante l’emergenza COVID – dovrà rinunciare all’accesso alla mensa aziendale, che sarà temporaneamente convertita in una location per il buffet destinato ai politici e agli invitati della cerimonia”.

I volontari di Genova Inclusiva chiedono se non sarebbe stato preferibile scegliere un giorno meno “impattante”, come il sabato e perché non si è scelto di organizzare il rinfresco in una sede esterna, come Villa Quartara o un’altra location adiacente.

“Queste scelte – prosegue Macrì – avrebbero evitato disagi e mostrato maggiore rispetto sia per il personale sanitario, che lavora quotidianamente con dedizione, sia per le famiglie dei pazienti. Un ospedale è prima di tutto un luogo di cura e solidarietà. È inaccettabile che eventi istituzionali, pur importanti, finiscano per creare disagio a chi, con sacrificio, contribuisce al suo funzionamento. Chiediamo che in futuro si scelgano modalità organizzative più rispettose delle esigenze di chi lavora e di chi vive momenti difficili accanto ai propri cari”.

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