Albenga (Savona) – Aveva intestato appartamenti, gioielli e persino una Ferrari alla madre e all’ex fidanzata per aggirare le indagini della guardia di Finanza su un suo coinvolgimento nel racket dell’usura.
Con queste accuse Michele Cetriolo, detto Il Romano è stato sottoposto al sequestro preventivo di beni che, secondo l’accusa, sarebbero stati fittiziamente intestati a prestanome ma che, in realtà, restavano nelle sue disponibilità.
L’uomo, già coinvolto in un noto caso di suicidio di un macellaio di Borgio Verezzi, dovrà rispondere del reato di “trasferimento fraudolento di valori” previsto dalle normative di contrasto alla criminalità organizzata.
Le indagini della Guardia di Finanza di Albenga, coordinate dalla Procura di Savona, hanno evidenziato l’ingente patrimonio che l’uomo aveva intestato ad altri soggetti “prestanome”, per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale.
Cetriolo fu coinvolto, in passato, in diverse inchieste per gravi delitti. Negli anni ‘90 è stato implicato nell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia fiorentina denominata “Sorgente 2” e accusato di aver preso parte ad un’associazione per delinquere di stampo mafioso dedita soprattutto al traffico internazionale di droga. Recentemente, è stato coinvolto in un vasto giro di usura scoperto nel territorio ingauno: il suo nome era emerso nelle indagini sul suicidio di un macellaio di Borgio Verezzi vittima degli “strozzini”. Il commerciantte, prima di togliersi la vita, lo indicò tra i responsabili e scrisse il suo nome nel biglietto d’addio.
Proprio da questi ultimi fatti, che lo hanno visto condannato per delitto di usura sono partite le complesse ed articolate indagini della Guardia di Finanza, che ha accertato come Michele Cetriolo abbia intestato fittiziamente ad altri soggetti beni di pregio quali gioielli, immobili, autovetture di lusso (tra cui una Ferrari), conti correnti, partecipazioni societarie e investimenti mobiliari, pur rimanendone di fatto il titolare.
Già nel mese di marzo dell’anno scorso, la Guardia di Finanza di Albenga unitamente agli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Genova aveva sottoposto a sequestro l’intero patrimonio riconducibile al Romano per un valore di circa 4 milioni di euro.
Il Romano, attualmente sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, dovrà adesso rispondere del reato di “trasferimento fraudolento di valori” che prevede fino 6 anni di reclusione.
Delle stesse accuse dovranno rispondere anche la mamma e l’ex convivente