Genova – Avrebbe costretto la fidanzatina 17enne a prendere dosi elevate di un farmaco che provoca l’aborto che le ha fatto rischiare la vita.
Un 20enne genovese è finito nei guai per aver fatto rischiare la vita ad una ragazza di 17. Il giovane avrebbe spinto la compagna, rimasta incinta, ad assumere un farmaco trovato su Internet e che le ha provocato l’aborto ma anche una forte emorragia.
Sono stati i medici dell’ospedale dove è stata ricoverata la ragazzina ad accorgersi che la forte emorragia in corso era conseguenza di un aborto. La giovane ha ammesso di aver perso un bambino dopo aver assunto i farmaci che le aveva procurato il fidanzato, padre del piccolo.
Le indagini hanno quindi accertato che il ragazzo, ora iscritto nell’elenco degli indagati, aveva convinto la fidanzata a prendere i farmaci senza consultare un esperto e senza rivolgersi ad un consultorio.
La forte emorragia conseguente all’aborto, però, avrebbe potuto avere conseguenze terribili per la giovane.
Il caso ha riacceso il dibattito sulle difficoltà incontrate dagli adolescenti nel ricevere supporto medico e psicologico in situazioni di difficoltà.
In alcuni ospedali genovesi, nonostante l’obbligo di legge a garantire ogni tipo di prestazione sanitaria prevista dalla legge (come l’aborto) è di fatto impossibile avvalersi di questo diritto.
Una situazione che viene tollerata dallo Stato e dalla Regione che non vigilano a sufficienza sulle prestazioni offerte dagli ospedali finanziati con denaro pubblico e che dovrebbero rispettare le leggi italiane.