Musica – Quattro canzoni nuove di zecca, quattro inediti ‘a sorpresa’, quattro nuove poesie in musica targate Ligabue. Sono quelle contenute nel nuovo cofanetto cd+dvd live in uscita domani, martedì 14 aprile 2015, dato alle stampe con l’aggiunta di quattro brani che spaziano dalla Resistenza alla crisi del lavoro fino alla paternità.
“Giro del Mondo è il nostro modo di fare un po’ il verso a Giro D’Italia, un disco dal vivo di qualche anno fa. E siccome ho voluto esagerare ci sono anche 4 inediti” ha scritto Luciano Ligabue sui suoi social network per presentare la sua ultima ‘creatura’.
Ed è proprio il Liga a descrivere queste quattro canzoni. “Sono canzoni molto diverse una dall’altra, anche nei suoni – scrive Ligabue – Il primo inedito è C’è sempre una canzone. Canzone è una parola che finisce spesso nei miei brani, perché significa quello che significa, ma è anche sinonimo di altro, di vita, di speranza. Racconta di tempi non facili, ma nei quali si può ancora contare su una canzone, con quello che vuol dire per me. E poi ci siamo divertiti a giocare a fare citazioni con gli arrangiamenti, Tears for fears e Prince”.
“A modo Tuo è un brano che ho scritto un po’ di anni fa – prosegue il rocker di Correggio – ma che non ho mai pubblicato per due motivi di fondo: il primo per una forma di pudore rispetto al sentimento di paternità che esprimeva, il secondo motivo era perché sentivo che non entrava bene a far parte degli album che via via uscivano. Poi Elisa, che era mamma da poco, mi ha fatto sentire le canzoni per il suo primo album in italiano e così le ho proposto il pezzo. La mia è una versione un po’ più robustina”.
“I Campi di Aprile – continua l’artista emiliano – è nata quando un giorno a Correggio ho visto un cippo con un nome: Luciano Tondelli. Morto a meno di 20 anni, a 10 giorni dalla Liberazione. Mi è venuta voglia di scrivere una canzone che provasse a raccontare il punto di vista di un ragazzo che sceglie di dare tutto se stesso, anche la vita, per difendere la libertà di cui godiamo ancora oggi. L’arrangiamento è abbastanza strano, un po’ folk”.
“Non ho che te – conclude il Liga – è stato scritto mentre finivo di lavorare a Mondovisione. Per questo non ha fatto in tempo a finirci dentro. Parla di una persona che è stata licenziata e della crisi che questo comporta, che non è solo crisi economica ma anche e soprattutto crisi d’identità”.