Katmandu – Mentre la Caritas teme che il bilancio definitivo delle vittime del terribile terremoto che ha devastato il Nepal sabato scorso 25 aprile 2015 possa arrivare a 6000, attualmente le ultime stime ufficiali, seppur provvisorie, indicano 4000 morti.
E purtroppo sono confermate anche le 4 vittime italiane. Renzo Benedetti, notissimo alpinista trentino di Segonzano e l’amico Marco Pjer, cuoco a Grumes in val di Cembrae sono stati travolti da una frana mentre stavano facendo trekking a 3500 metri di quota nella Rolwaling Valley.
A raccontarlo sono Iolanda Mattevi, trentina di 52 anni, rimasta ferita, e Attilio D’Antoni, di Alba di Canazei, albergatore e gestore del rifugio Viel del Pan, illeso, loro compagni di spedizione entrambi ricoverati all’ospedale di Kathmandu, salvi per miracolo.
Invece sono morti anche Oskar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, e Gigliola Mancinelli, 51 anni, di Ancona, due dei 4 speleologi dispersi. Mentre si sono salvati gli altri due compagni: Giuseppe ‘Pino’ Antonini, 53 anni, di Ancona, e Giovanni ‘Nanni’ Pizzorni, 52 anni, genovese, esperto torrentista.
Gigliola Mancinelli medico anestesista e volontaria presso la base dell’elisoccorso di Fabriano, aveva chiesto un cambio turno a lavoro per andare in Nepal.