Genova – Le mamme che allattano considerate alla stregua di “assenteiste” per Ansaldo Energia. E’ la denuncia della Cgil secondo cui, Ansaldo, avrebbe proposto l’esclusione delle mamme che usufruiscono dei permessi per allattare i figli, dai premi di produzione previsti dagli accordi contrattuali.
La clamorosa denuncia arriva con un comunicato di Cgil che sottolinea come Ansaldo Energia avrebbe chiesto di considerare i periodi di assenza per allattamento nel calcolo del premio di produzione annuale spettante alle lavoratrici. In pratica chi allatta verrebbe accumunato ad un assenteista.
“Se allatti non produci – denuncia Cgil – Una contraddizione in termini, una manovra contro natura che mette in discussione la ragione stessa per cui una specie vivente esiste: la propria riproduzione. Secondo Ansaldo Energia, per essere più competitivi sul mercato è meglio che le dipendenti non facciano figli e, se proprio vogliono, almeno non li allattino”.
Sempre secondo la denuncia di Cgil, l’azienda del gruppo Finmeccanica, per contrastare l’assenteismo, ai fini del calcolo del premio annuale, vorrebbe considerare anche i permessi per l’assistenza a congiunti malati e disabili, per visite mediche specialistiche, per donazione di sangue.
“La proposta di Ansaldo Energia – prosegue la Cgil – certamente in linea con la filosofia di Confindustria e del Governo, risulta in clamorosa contraddizione col calo demografico che si registra nel nostro continente ed in particolare nella nostra città, ed anche con i numerosi appelli alla tutela della famiglia che in maniera ipocrita vengono sbandierati dai politicanti. È l’ennesimo tentativo di scaricare sulle lavoratrici e i lavoratori il prezzo della crisi, dimostrando così l’incapacità di competere sui mercati internazionali in altra maniera che non sia comprimendo salari e diritti. Non baratteremo mai il diritto alla riproduzione e all’accudimento dei neonati e malati per qualche centinaio di euro”.