Trucidati sulla scalinata di piazza Banchi per il loro amore. Musica, amore e morte si intrecciano nella tragica storia del cantante e musicista Alessandro Stradella e della sua amante Ortensia. A fare da contorno a questa vicenda seicentesca vi è la città di Genova, ed in particolare la zona di Piazza Banchi con la sua chiesa di San Pietro.
La storia vuole che il musicista, chiamato a Venezia da un nobile per insegnare la musica e il canto alla sua amante Ortensia, si sia invaghito della sua discepola ed abbia deciso di fuggire per amore a Roma.
Il nobile veneziano mise sulle sue tracce due sicari, che ebbero pietà del musicista a Roma, ma gli riservarono analoga premura a Genova.
Alcuni raccontano infatti che Stradella e Ortensia siano stati assassinati, nell’anno 1682, proprio sulla scalinata d’ingresso alla chiesa di San Pietro in Banchi, macchiando di sangue la loro fuga d’amore e generando racconti e storie di visioni e lamenti sinistri visti e uditi in molte notti dell’anno.
Altri, invece, narrano che i due amanti siano caduti vittime di una congiura della famiglia Lomellini e che, sorpresi nella notte, siano stati uccisi nelle loro stanze.
Una storia vera questa di Alessandro Stradella, che non a caso è sepolto e ricordato da una lapide proprio nella chiesa di San Pietro in Banchi. Che però qualcosa di cupo e superstizioso aleggi su questa vicenda è fuor di dubbio.
Non è raro infatti, dicono molti, poter sentire il fantasma di Stradella cantare parole d’amore per l’amata nel bel mezzo della notte, facendo sprofondare Piazza Banchi in un profondo e angosciante timore.