Genova – Il vice premier Luigi Di Maio e il sindaco Marco Bucci replicano alla lettera di diffida di Autostrade a non escluderla dalla ricostruzione e la situazione genovese rischia di complicarsi sempre di più.

Dopo l’invio di una lettera ufficiale al sindaco Bucci, in qualità di commissario per la ricostruzione, nella quale Autostrada minaccia azioni legali in Tribunale se verrà esclusa dalla possibilità di partecipare alla ricostruzione, ieri è arrivata la risposta del vice presidente del Consiglio, Luigi di Maio.

“Autostrade ha un bel fegato – ha scritto Di Maio sui social – se vuole andare avanti faccia pure, faccia quello che vuole di fronte agli italiani e di fronte alle vittime del ponte, ma la norma reggerà”.

Il riferimento al Decreto Genova è evidente e lo sbarramento contro Autostrade ed un suo intervento diretto nella ricostruzione è iniziato subito dopo il crollo, avvenuto lo scorso 14 agosto, che ha ucciso 43 persone e ha lasciato oltre 200 famiglie senza casa.
Anche il ministro alle Infrastruture Danilo Toninelli ha ribadito più volte la volontà del Governo di escludere completamente la società del gruppo Benetton da ogni lavoro di ricostruzione.

Ieri anche la replica del sindaco Bucci che ha smentito di aver ricevuto una lettera di “diffida” senza però negare di avere sulla scrivania una lettera perentoria, almeno nei termini, di Autostrade e che fa riferimento alla possibilità di ricorsi legali.

I vertici della società concessionaria dell’autostrada dove è avvenuto il disastro sono tra gli indagati per il crollo e le accuse di errori nella manutenzione o nella verifica della stabilità del ponte – ancora tutte da dimostrare – potrebbero certamente essere motivo di esclusione dai progetti per la ricostruzione ma le parti in causa sembrano dimenticare che la Legge italiana non prevede la dichiarazione di colpevolezza senza il passaggio obbligato attraverso tre gradi di giudizio.
Ovvero, nessuno può essere dichiarato colpevole di un reato prima che intervenga una sentenza definitiva.
Autostrade, insomma, per quanto possa ingenerare tra i genovesi, e gli italiani tutti, un sentimento “negativo”, non può essere dichiarata colpevole di qualcosa da un ministro della Repubblica e neppure da un Sindaco.

La possibilità, quindi, che la vicenda possa impantanarsi nelle aule di un Tribunale esistono eccome e sono tutt’altro che remote. Simpatia o meno per persone e aziende, la Giustizia è l’unico elemento discriminante sulla vicenda e i genovesi si augurano che il “braccio di ferro” non debba nemmeno iniziare.
Sperano che la politica, cui è demandato il compito di occuparsi della “cosa pubblica”, invece che lanciare proclami privi di fondamento giuridico si occupi invece della mediazione tra le parti, arrivando ad una soluzione che permetta la ricostruzione del ponte nei tempi più brevi salvaguardando i diritti di tutti, simpatici e antipatici.

In caso contrario, un eventuale ricorso di Autostrade, potrebbe avere effetti devastanti per una città che non può attendere oltre le date -peraltro ottimistiche – sin qui annunciate.