Genova – Sembra non trovare consensi unanimi la decisione di schierare nel Centro Storico di Genova dei pattuglioni per il contrasto dei comportamenti malavitosi.

A proposito, infatti, è intervenuto Roberto Traverso, dirigente nazionale del SIAP, il sindacato autonomo di Polizia, sottolineando come questi atteggiamenti non siano efficaci nella lotta alle organizzazioni mafiose.

A Genova, il 23 luglio – scrive Traverso – abbiamo rivisto una versione mediatica dei ‘pattuglioni’ antispaccio nel Centro Storico e il SIAP ribadisce ancora una volta che rispondere alla legittima richiesta di sicurezza che i cittadini ci chiedono su un fenomeno che sta dilagando sul nostro territorio con i ‘pattuglioni’ mordi e fuggi, resta un pannicello caldo su un ‘cancro’ che ha le sue metastasi su tutta la Regione Liguria: l’organizzazione mafiosa”.

Ancora: “Certo, la presenza della divisa nelle strade rassicura, ma nello stesso tempo conferma che esiste in modo dilagante il fenomeno dello spaccio e che si utilizzano massicciamente donne e uomini delle forze dell’ordine per fermare poco più di 15 persone delle quali alla fine solo tre sono state avviate ai centri specifici, senza neppure avere la certezza ce tra qualche tempo li ritroveremo nei ‘carruggi’ genovesi”.

Traverso prosegue: “L’attacco allo spaccio deve essere sferrato contro chi organizza il traffico sfruttando delinquenti disperati e ben addestrati a non superare le modiche quantità di detenzione di stupefacenti. Questo il SIAP lo dice da tempo e quando ha notato segnali positivi verso un seppur minimale investimento sull’intelligence, lo ha sempre riconosciuto. Per questo riteniamo opportuno intervenire di fronte a un servizio di ‘pattugliamento muscolare’ che ha visto impegnato un numero alto di personale della Questura (commissariati Sq.Mobile, Anticrimine, Immigrazione, Nucleo Cinofili) Reparto Mobile, Reparto Prevenzione Crimine, Scientifica, etc, in un momento storico delicato dove occorre razionalizzare le esigue risorse umane a disposizione investendo principalmente sull’attività investigativa”.

Per Traverso il problema riguarda anche il Porto di Genova: “Qualche giorno fa il rapporto della DIA sul secondo semestre del 2018 relativo allo stato della criminalità organizzata ha dato un quadro molto molto preoccupante dimostrando che il radicamento mafioso in Liguria sta raggiungendo livelli paurosi. Inoltre sul gravissimo fenomeno degli stupefacenti il Colonnello Mario Mettifogo ha messo in risalto che il porto genovese, insieme a quello di Savona, rappresenta una delle porte principali per l’ingresso della droga in Italia. Il porto di Genova si trova praticamente a poche centinaia di metri dal Centro Storico. Bisogna sostenere massicciamente gli investigatori che operano in ambito portuale attraverso un rafforzamento delle squadre investigative di polizia giudiziaria della Squadra Mobile, dei Commissariati e la stessa DIA. Ecco perché ancora una volta il SIAP lancia un messaggio a chi ha la responsabilità politica della sicurezza sul territorio genovese e ligure: i prefetti, i quali presiedono i comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza sul territorio, a partire da quello di Genova che ha competenze istituzionali di coordinamento”.

Il dirigente SIAP conclude: “Chiediamo che si pianifichino al più presto piani di investimento e impiego del personale delle forze dell’ordine per l’attività investigativa per aggredire la criminalità organizzata. Le spasmodiche richieste di ‘pattuglioni’ che arrivano dalla politica locale che, invece di sanare il tessuto urbanistico sociale, cerca consenso elettorale a basso costo, devono essere debitamente contenute, limitando l’utilizzo del personale delle forze dell’ordine per show mediatici e valorizzando principalmente l’attività investigativa”.