ponte Firpo GenovaGenova – Tutti lo conoscono come Ponte Firpo e persino Google maps e le carte del Comune lo identificano con quel nome perché lì venne ucciso, trucidato dalle forze nazi-fasciste, il partigiano Attilio Firpo. Ora, però, il Comune vuole intitolarlo a Fabrizio Quattrocchi, il contractor italiano ucciso dai terroristi in Iraq e divenuto celebre per aver detto in punto di morte “ora vi faccio vedere come muore un italiano”.
La notizia dell’intitolazione, che avverrà lunedì con una cerimonia a cui parteciperà anche un assessore del Municipio Bassa ValBisagno, del presidente Massimo Ferrante, eletto tra le fila del Partito Democratico, sta suscitando molto clamore.
In molti – ed in particolare all’ANPI – leggono nel gesto una vera e propria “provocazione politica” poiché il partigiano Attilio Firpo è caduto difendendo i valori della Costituzione e la democrazia mentre il giovane morto in Iraq era lì per lavoro, al servizio di un’azienda privata e senza alcun mandato internazionale riconosciuto dall’Italia.

Nessuna mancanza di rispetto per il giovane Fabrizio Quattrocchi – è bene chiarire – comunque barbaramente ucciso da terroristi e degnissimo di essere rimpianto e commemorato ma non “sostituendo” il suo nome a quello di un altro giovane barbaramente trucidato da altri carnefici senza onore e senza cuore.

Il Comune di Genova risponde alle critiche sostenendo che il ponte non ha mai avuto un nome ma scorrendo le mappe dell’ente si trova la denominazione di “Ponte Firpo” e persino il colosso delle informazioni digitali, Google Maps, lo conosce e lo indica con quel nome.
Di certo l’Anpi non resterà a guardare e annuncia un presidio di protesta, lunedì, sul luogo dove dovrebbe avvenire la cerimonia.
Più “complessa” e poco comprensibile la posizione del Municipio Bassa ValBisagno che non ha dato via libera all’intitolazione, presentando un parere contrario di cui il Comune non ha tenuto alcun conto, ma poi invia un assessore, Oriana Cipparoli, eletta nella lista del sindaco Bucci, a presenziare alla cerimonia.
Una scelta che i residenti della zona faticano a comprendere.

(Fabrizio Quattrocchi)