Genova – Ritrovare i compagni di classe dopo 56 anni, la ricerca ai tempi del coronavirus non ferma i “ragazzi” usciti nel 1964 dalla scuola elementare Agostino Descalzi di Genova.
Storica scuola nel centro cittadino, vicinissima alla stazione Brignole e che ha visto fra i suoi giovani allievi Giuseppe Siri che diventerà poi l’indimenticabile cardinale di Genova e i fratelli Roberto e Carlo Polacco, figli del custode della comunità ebraica genovese che nel 1943 saranno deportati con i genitori per morire nel campo di Auschwitz.Tardivamente, ma con grande saggezza per ricordare la propria storia, la scuola ha assunto la doppia denominazione di Descalzi – Polacco.
Prendiamo il lato “buono” di questa quarantena: ritrovarsi, dopo 56 anni non è cosa da tutti giorni. Così quei “ragazzini” del corso B, del maestro Alessandro Marcello, per dritto e per rovescio sono riusciti a ritrovarsi. Certamente non con le gambe sotto ad un tavolo, ma grazie a WhatsApp. «Non è stato facile – ci racconta Francesco Grillone, un collega in pensione e promotore dell’iniziativa – ma alla fine la perseveranza ci ha premiati. In diciassette hanno risposto all’appello, ma siamo ancora alla ricerca di un paio di “compagni di scuola” ».
Un comune avvio, sbocciato in differenti indirizzi di studio e professionali, che ha portato i giovani/vecchi compagni a percorrere le molteplici strade della vita, sempre con impareggiabile onestà, coraggio e impegno.
«Certamente con qualcuno di loro i rapporti si sono mantenuti nel tempo – continua Grillone – ma la sorpresa di trovarne altri di cui si erano perse le tracce è stata grande. Lo slogan “state a casa” è stato così allietato da questa che potremmo definire senza mezzi termini una caccia al tesoro. Scoprire il tutt’ora simpatico Vittorio che è Torino ed è editore, o l’operoso Tiziano che a Bologna ha un’azienda metalmeccanica, Leonardo da sempre uomo di “scherma” adesso anche master o il sempre generosissimo Sergio, il silenzioso Danilo ed il suo alter ego Fulvio, l’attentissimo Fausto, oggi anche Cavaliere della Repubblica e il già allora serissimo Silvano, oggi affermato dirigente assicurativo, quindi Gianni, che ha seguito le orme paterne nel commercio di tessuti e Renato allora come oggi piccolo “Eta Beta” e Daniele, da sempre l’uomo della finanza, così come Franco, immerso nella sua attività di commercialista. Quindi la schiera di pensionati dove troneggiano Filippo ed Ennio, super tifosi della Sampdoria mentre il buon Giorgio è legato ai colori rossoblu. Un pensiero per Edoardo, che ci ha lasciato prematuramente. Impagabile la gioia nel ritrovarsi, lo sarà ancor più con la possibilità di incontrarsi di persona».
Potenza del covid-19: «Già – conclude Grillone – i ricordi sono affiorati proprio per lo stare a casa. Ricordi indelebili: fino alla terza elementare abbiamo utilizzato i calamai, che ogni mattina il bidello veniva a riempirci. E le bacchettate sulla punta delle dita che il maestro ci dava quando li rovesciavamo. Oggi sarebbe impensabile. E quando ogni mattina dovevamo “pulire” foglia per foglia le piante della classe … ricordi che i nostri figli e nipoti difficilmente potranno capire. In un momento così triste per la nostra vita, si è accesa la voglia di raccontare questa storia, forse frivola, ma cha alla fine certamente ci farà sorridere. Almeno si spera».