coronavirus provettaGenova – “Regione Liguria sta affidando ai privati le squadre GSAT che curano a domicilio i malati di Covid-coronavirus”. La denuncia è stata lanciata dalla CGIL che richiama l’attenzione dell’opinione pubblica sul progressivo – supposto – smantellamento del sistema sanitario nazionale attraverso l’incarico a privati di settori sempre più importanti legati alla salute dei Cittadini.

Con la delibera 255 dell’11 maggio 2020 – denuncia la CGIL –  la ASL3 genovese decide di affidare ad un operatore economico privato la gestione delle GSAT, le squadre, composte da un medico ed un infermiere, per l’assistenza a domicilio dei pazienti COVID.

A motivazione della decisione assunta, viene sottolineato il ruolo sempre maggiore che stanno assumendo le Cure Domiciliari, la pressione sempre maggiore sul territorio che, con i suoi servizi, diventerà la nuova frontiera assistenziale ed il numero insufficiente di infermieri per dare copertura al servizio.

“Da anni Fp Cgil evidenzia l’importanza del territorio – scrive la CGIL in una nota – nel complesso dell’offerta di assistenza sanitaria ed il ruolo che questa ricopre sia nell’ottica di offrire una risposta efficace alla domanda di salute della popolazione sia nell’ottica di strutturare un Servizio Sanitario Regionale efficiente e per questo, da anni, denunciamo l’inadeguatezza delle risorse stanziate da Regione Liguria soprattutto per quanto riguarda il personale”.

“Nel Piano Socio Sanitario Regionale si parla di Case della Salute come luogo in cui avviene la “presa in carico”, di consultori, di assistenza domiciliare – prosegue la denuncia di CGIL – tutte strutture di cui si riconosce l’importanza e sulle quali questa Giunta si era impegnata; in realtà poco o nulla è stato fatto.
Si legge, nella stessa delibera, che le squadre GSAT erano inizialmente previste in numero di 6, che sono state incrementate “fino” a raggiungere il numero di 8 e che sarebbero state portate a 10 nei primi giorni di maggio; peccato che le GSAT siano previste nel numero di una ogni 50 mila abitanti e che, di conseguenza, dovrebbero essere 12 per il territorio della Città di Genova, 15 per la porzione di territorio ligure su cui insiste la ASL3 “Genovese”.
E’ evidente che questa emergenza, mettendo sotto forte stress il sistema, ha dimostrato l’inadeguatezza della “regia” regionale; tutte le azioni e gli investimenti non fatti hanno portato il nostro Sistema Sanitario a faticare più di altri.
Sorprende che una delibera di questo tipo sia stata assunta proprio quasi contemporaneamente al varo di misure nazionali che implementano ulteriormente le risorse a beneficio delle attività territoriali e a fronte della disponibilità di più di uno strumento per procedere all’assunzione dei lavoratori senza doversi rivolgere ad intermediari e facendo un investimento che getti le basi per rinforzare in modo strutturale l’assistenza territoriale.
Crediamo serva un cambio di passo, crediamo che le risorse che arrivano dallo Stato vadano investite nel Servizio Sanitario pubblico attraverso un progetto solido, un piano di assunzioni serio affinché si possa mettere i tanti professionisti che vi operano in condizioni di dare adeguate risposte ai cittadini che hanno necessità di servizi di qualità e non di ulteriori cessioni ai privati”.