corso Italia ciclabili

Genova – La svolta green non c’è stata, il traffico è invece impazzito ed è venuto il momento di rivedere le decisioni prese sulle piste ciclabili.
Non c’è pace per il primo cittadino dopo la decisione di sospendere le piste ciclabili in corso Italia per cercare di fare respiro ad una zona, quella a cavallo tra Albaro e Foce, soffocata in questi giorni (e non solo) dal traffico impazzito.
Dopo la richiesta urgente presentata dal Municipio Medio Levante, retto da una maggioranza come quella che governa a Tursi e dopo l’analoga richiesta, trasversale, presentata dal Municipio Bassa Valbisagno (centrosinistra) ma appoggiata dalla stessa Lega che sostiene Bucci, riparte ora una petizione dei genovesi per chiedere che il progetto venga definitivamente cancellato e che i fondi vengano destinati, semmai, a potenziare il trasporto pubblico locale e in concreti progetti per incentivarne l’uso.

A proporre la petizione Giacomo Puppo, amministratore e ideatore del gruppo Facebook “No alle piste ciclabili d’intralcio alla viabilità ordinaria”, cresciuto in breve tempo come il suo “omologo” “Ciclabili vuote Genova nel disagio“. Veri e propri baluardi dove si combatte colpo su colpo rispetto all’altro gruppo che rappresenta chi ha scelto la bici “Genovaciclabile”.

L’obiettivo è far crescere la petizione contro le piste ciclabili ben oltre le 1500 firme raggiunte con la precedente raccolta su Change.org e attivare una discussione davvero “alla pari” con chi è presente alle riunioni sul traffico cittadino pur non avendo alcuna rappresentanza e chi parla con gli assessori e con i delegati alla sicurezza del Comune con una “semplicità” – dimostrata dai post nei quali si parla di contatti costanti – che nemmeno i Municipi hanno, come dimostra la denuncia di quello della Bassa Valbisagno che ha dichiarato di non essere stato nemmeno avvertito della realizzazione delle ciclabili in corso Galliera e accanto allo Stadio.

“Come se la civica amministrazione avesse più a cuore l’opinione di chi gira in bici rispetto al resto della popolazione che vive e lavora in città – denunciano gli organizzatori della petizione – Pretendiamo di essere rappresentati e presenti in tutte le riunioni in cui si parla del tema o che non siano presenti neppure le associazioni dei ciclisti”.

Gli organizzatori della petizione dicono di aver atteso a lungo prima di prendere una posizione così decisa ma aggiungono che ora, con la ripetuta sospensione delle ciclabili, è palese che esse non rappresentano una soluzione e pur apprezzando il numero di neo-ciclisti fanno notare che il loro numero non ha fatto registrare una crescita tale da giustificare i disagi patiti da chi in bici non ci va ora e non ci andrà mai e non necessariamente per scelta.

“Si deve investire in autobus e mezzi pubblici in genere – spiegano – perchè l’investimento avrebbe una ricaduta su un numero ben più elevato di persone. Nessuno ha nulla contro chi gira in bici ma si potrebbe pensare ad un “premio” per chi accetta di installare sensori in grado di provare l’uso costante e quotidiano della bici invece di punire la maggioranza dei genovesi per accontentare una risicatissima minoranza di persone che riesce ad essere dappertutto e a “sembrare” più numerosa di quanto sia”.

In pratica si propone al sindaco degli sgravi, anche consistenti, per le tasse di chi sceglie, potendolo dimostrare con adeguata tecnologia, di fare davvero una scelta green ma destinando ogni altro sforzo a politiche di rafforzamento del trasporto pubblico.

“Bisogna sfatare anche la leggenda metropolitana che chi è contro le bici è a favore del trasporto privato – spiegano i contrari alle piste ciclabili – ma è evidente che una città anziana come Genova non può puntare solo sulle bici. Se si vuole identificare qualcosa che metta d’accordo davvero una larga maggioranza di cittadini, si può iniziare dall’aumentare il numero di Bus circolanti, di investire nelle linee collinari e nei posteggi di interscambio che consentano a prezzi stracciati di lasciare l’auto all’esterno del centro per poi raggiungerlo con un servizio pubblico efficace, puntuale e sicuro”.