torrente Nervi cementificazione

Genova – Una manifestazione di protesta per dire no alla cementificazione selvaggia del greto del torrente Nervi e per chiedere che la sicurezza del territorio punti sulla cura dei territori e dei pendii invece che sulle colate di cemento.
Sabato 17 aprile, dalle 10 il circolo nuova Ecologia di Legambiente e gli ambientalisti di diversi comitati e associazioni manifesteranno a Nervi all’altezza del “ponte romano” contro la ennesima cementificazione e “per richiedere quella piscina che il sindaco ha promesso da due anni e di cui non vi è nessuna traccia nei documenti comunali”.

A far scattare la mobilitazione la cementificazione del greto del torrente Nervi dove per giorni e giorni, sono arrivati camion carichi di cemento per realizzare un muraglione di contenimento che – tra le altre cose – appoggia al cosiddetto “ponte romano”, monumento storico risalente all’epoca medioevale ma probabilmente ricostruito sulle macerie di un precedente manufatto di epoca romana.

Residenti e ambientalisti hanno visto comparire le betoniere dal nulla e camion hanno devastato l’ambiente naturale dove nidificano specie rare di ucelli migratori che sono una delle attrazioni del posto.
Ruote e cemento dove prima passeggiavano germani reali, oche selvatiche e diversi grossi palmipedi dai colori sgargianti.
Un affronto ai luoghi e un sospetto abuso per la costruzione degli argini a ridosso di un’opera monumento storico che dovrebbe essere protetta dalla Sovrintendenza delle Belle Arti.

Contro questa ed altre cementificazioni protestano residenti e associazioni di difesa del territorio che chiedono trasparenza nel progetto e maggiore attenzione nell’informare i Cittadini su quanto viene realizzato in città.
Informazione che deve essere preventiva e deve consentire a Cittadini, Comitati e Associazioni di esprimersi in merito, di chiedere eventuali modifiche o persino di avere il tempo per predisporre ricorsi che non possono riportare lo stato delle cose alla condizione precedente, specie nel caso di demolizioni, tagli di alberi o distruzione di ambienti naturali.

“Mancano spazi verdi e avremo gradoni di cemento – scrive il circolo Nuova Ecologia – Avevamo una baia inconfondibile e invece avremo una marina uguale a mille altre”.

“Si doveva far rivivere un torrente – prosegue la denuncia – e avremo un porto canale ad alto rischio e tutto questo sta succedendo a Nervi”.

“In Europa e nel mondo, ormai da anni – prosegue il volantino di invito alla manifestazione – il ridisegno dei quartieri e delle città sulle vie d’acqua obbedisce ad alcuni principi accettati da tutti:
– le vie d’acqua e i litorali costituiscono un sistema di spazi vitali per il benessere fisico e
psicologico dei cittadini
– in questi spazi va ridotto l’impatto delle costruzioni e dei materiali artificiali, va
privilegiata la conservazione delle architetture storiche, che favoriscono sentimenti di
identità e familiarità dei luoghi, e va fatto tutto il possibile per aumentare il verde e
rinaturalizzare gli ambienti”.

Secondo gli organizzatori della manifestazione rinaturalizzare non significa lasciar andare le cose in balia degli eventi naturali, ma adottare tecnologie e materiali appropriati per realizzare questi scopi:
– il drenaggio dell’acqua piovana non deve trovare ostacolo nelle superfici impermeabili:
quindi, se si demoliscono vecchi manufatti di cemento, non si devono sostituire con
nuove piastre ma con altri tipi di superfici filtranti (che esistono, funzionano e vengono
usati in tutto il mondo)
– la discesa di terra e ghiaia dei fiumi e dei torrenti deve essere rallentata attraverso la
manutenzione costante dei versanti a monte e la pulizia dei canali scolmatori
– l’alveo dei torrenti non deve essere ulteriormente occupato da manufatti di cemento e
una vegetazione selezionata e non invasiva deve potersi sviluppare lungo le rive.

RINATURALIZZARE significa anche evitare gli scavi che approfondiscono l’alveo dei torrenti:
lo scavo apparentemente dà più spazio all’acqua ma in realtà fa più danni che benefici
perché aumenta l’instabilità delle sponde e accelera la velocità dell’erosione e il rischio di
esondazioni.A NERVI INVECE SI FA TUTT’ALTRO:
 La vecchia piscina è stata sostituita con una gradinata di cemento che avrà
tutti i difetti (impermeabilità all’acqua, riverbero di calore) del manufatto di
prima, senza averne nemmeno l’utilità sociale che la vecchia piscina bene
o male aveva.
 Il torrente verrà scavato fino a 2 metri di profondità e ingabbiato tra pareti di
cemento L’impatto dello scavo e i manufatti di cemento non aumenteranno
la sicurezza del torrente (si è visto che strutture di cemento armato,
molto simili, realizzate nel Polcevera, non hanno resistito alle piene).
In compenso, lo scavo nella roccia viva è una minaccia alla stabilità degli
edifici antichi, a cominciare dal ponte medievale e dalle case storiche che si
affacciano sul Nervi.
 Ci si guadagnerà un micro porto canale lungo circa 150 metri e largo circa
15. Non abbastanza (la geografia del luogo è quella che è) per dare spazio
alle esigenze dei diversi soggetti che oggi usano liberamente le acque
della baia (canoisti, velisti, pescatori, appassionati di water polo), che anzi
probabilmente dovranno entrare in un regime di limiti reciproci e
regolamenti. In compenso, in caso di esondazione, si dovrà gestire il rischio
dei natanti attraccati.
Il problema delle piene e
del trasporto di fanghi e
ghiaie dai versanti a monte
resta tale e quale. La
pulizia dello scolmatore non
è stata eseguita da anni.
I finanziamenti ai lavori
pertinenti non sono
nemmeno citati nel Piano
Triennale delle opere
pubbliche votato in
Comune, che cita solo
l’asta terminale del torrente.